I documenti del fondo, per la maggior parte dattiloscritti originali, provengono dallo studio legale dell'avvocato Goffredo Roccas e sono legati alla sua attività professionale a sostegno dei sopravvissuti alle persecuzioni, alla reintegrazione dei loro diritti con la restituzione o il risarcimento dei bei perduti; tra i documenti inoltre vi sono pratiche per dichiarazione di morte presunta e denunce a carico di delatori. In diverse vertenze l'avvocato Roccas figura come curatore speciale del querelante o dei beni del deportato nel caso di cause promosse dagli eredi.

Le carte del fondo sono state raccolte dalla figlia di Goffredo Roccas, Luciana, e donate al CDEC nel 2000 in due momenti distinti.

Il fondo è stato rinvenuto in uno stato di parziale ordine e già organizzato in fascicoli; gli stessi sono stati mantenuti riportando tra virgolette il titolo originale dell'unità archivistica descritta. La Fondazione CDEC ha provveduto al riordino delle carte e alla redazione dell'inventario storico dell'intero fondo che si compone di circa 1072 carte raccolte in 28 fascicoli contenuti in 8 buste buste. Tutta la documentazione inventariata ai sensi dell'articolo 13, commi a) e b) del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, in originale e in buono stato di conservazione, è stata completamente ricondizionata al fine di garantirne la consultabilità per fini storici.

Trattandosi di un fondo personale privo di segnature archivistiche si è deciso di adottare un ordinamento per argomento ricostruendo i fascicoli in relazione ai temi trattati e alla cronologia delle carte allo scopo di dar luce, attraverso la documentazione qui conservata e riordinata, alla biografia personale di Goffredo Roccas.