Bianca Lopez - Intervista a Bianca Lopez

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Genereaudiointervista
Cronologias.d.
Persone

Lopez Nunes, Bianca

Lopez, Alessandro

Vecchi, Pietro

Credits

(intervistatore) Rimini, Adele

Luoghi Milano Savona Maccagno
Abstract

L'intervista è stata realizzata da Adele Rimini (1). La data e il luogo dell'intervista non sono desumibili. Dopo una brevissima presentazione, l'intervista si concentra sul racconto delle vicende vissute da Bianca Lopez nel periodo fra il 1938 e il 1943. Bianca Lopez, coniugata Voghera, nasce il 22 febbraio 1922 [a Milano]; era la più grande di due fratelli. Quando nel maggio 1938 perse il padre a seguito di una malattia, la madre decise di trasferirsi con i tre figli a Savona, città di residenza della nonna [non meglio specificata]. A causa però delle leggi antiebraiche e quindi dell'impossibilità di proseguire gli studi nella città ligure, inizialmente prese lezioni da una zia professoressa di chimica, ma poi decise di tornare a Milano dove poteva frequentare la scuola ebraica di via Eupili. Inizialmente ospite di una zia, in questo periodo, oltre alla scuola, Bianca si impegnò nella ricerca di una casa in affitto che, grazie ad un cugino del padre, riuscì a trovare in Via Poerio. Su suggerimento della madre prese lezioni di ragioneria e nel gennaio del 1941 si impiegò in una ditta produttrice di polveri di bachelite chiamata Società Italiana Resine, produttrice anche di telefoni per militari. Bianca Lopez fu costretta a lasciare questo impiego nel 1942 a  causa di una nuova legge che proibiva agli ebrei di essere impiegati in aziende di importanza bellica. Trovò un nuovo impiego presso Pietro Vecchi che produceva borracce militari. Quando nel 1943 la ditta di Vecchi venne bombardata, Bianca riprese l'impiego presso la Società Resine che nel frattempo si era trasferita a Maccagno. Qui fu raggiunta dalla madre e dai fratelli nel 1940 dopo essere sfollata a Liscate, un paesino vicino Milano. Quando a partire dall'8 settembre la situazione peggiorò la nonna e il fratello Alessandro si rifugiarono in Piemonte, la madre andò ospite di una collega di lavoro di Bianca, vicino a Varese. Bianca continuò a lavorare: il suo stipendio era ormai l'unica fonte di sostentamento per la famiglia. Ricorda che una mattina il maresciallo Siboni [sic], di loro conoscenza, si presentò per arrestarle, ma grazie all'intervento della madre che riuscì a dissuaderlo, riuscirono a scappare. Partirono in direzione di Novara, proseguirono per Torino e arrivarono a Ceva dove, consapevoli del pericolo, si fermarono a casa di una zia nei mesi di gennaio e febbraio [1944].

La registrazione si interrompe bruscamente (2).

Note1) Il nome dell'intervistatrice è riportato sul foglio allegato alla custodia della cassetta originale. 2) La registrazione del racconto di Bianca Lopez si interrompe al minuto 41.13. Il nastro prosegue con una conversazione privata di più persone, probabilmente registrata accidentalmente sopra l'intervista di Bianca Lopez. Il file digitale in formato mp3 è stato tagliato dal minuto 41.13

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