Genere | videointervista |
Cronologia | 1996 gen. 12 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Picciotto, Liliana (committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC |
Luoghi | Kibbutz Nezer-Sereni Fiume Cevoli (PI) Trieste Auschwitz Birkenau Gross - Rosen Flossenburg Feldafing Garmisch-Partenkirchen Gerusalemme Leonberg Milano Venezia |
Abstract | Intervista realizzata il 12 gennaio 1996 nel Kibbutz Nezer Sereni (Israele) da Liliana Picciotto Fargion, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (vedi scheda relativa) Martino Godelli nasce a Fiume nel 1922, da Ignazio Goldstein e Clara Godel, in una casa dove si parlava italiano con il padre, ungherese con la madre e il tedesco come lingua aggiunta. L'occupazione della città da parte dei tedeschi sulle prime, racconta Martino che era responsabile a Fiume di una ditta di import-export di patate dall'Ungheria, non porta nessun cambiamento percepibile. Sino al giorno di gennaio '44 in cui viene invitato a comparire al comando delle SS con la scusa di rispondere a domande su un furto di patate. È il pretesto per mandarlo prima alla Risiera di San Sabba e poi a Auschwitz, immatricolato con il numero 173154. Per un po' di tempo lavora con altri al Kanada, con il compito di fare scendere la gente dai convogli in arrivo, ritirare tutti i loro averi e vuotare i vagoni. Tra i numerosi e terribii ricordi di quel periodo: la figura di Mengele e le fiamme e l'odore dei forni crematori. Infine arriva la liberazione da parte degli americani, inizialmente creduti russi. A metà intervista Martino comincia a rispondere a domande sulle ferite che gli ha lasciato la deportazione, Primo Levi, l'atteggiamento dell'Italia e degli italiani verso la Shoah. Nell'ultima parte dell'intervista interviene anche la moglie, Gisella, e si sviluppa il racconto di una storia d'amore nata nel campo di concentramento e proseguita fuori, con la costruzione di una grande famiglia e il trasferimento in Israele, anche come risposta alla drammatica opzione che Martino Godelli racconta di esseri trovato dinanzi: suicidio o matrimonio, suicidio o vita. Nelle battute finali Martino Godelli, che ha già affermato 'che non bisogna dimenticare', confessa quasi 'un'avversione all'intervista alla shoah', ma poi, solo in apparente contraddizione, ribadisce che 'bisogna studiarla, chi c'ha la forza di farlo deve farlo'. |
Indice dei contenuti |
1 Vita a Fiume 2 Occupazione tedesca 3 Lavoro di import-export dall'Ungheria 4 L'interrogatorio per un furto di patate 5 'Non bisogna dimenticare' 6 Auschwitz 7 Il lavoro al Kanada 8 Mengele 9 Le deportazioni degli ungheresi 10 I forni crematori 11 Elena Haichen e Ghisi Kugler 12 Liberato dagli americani 13 La famiglia 14 Primo Levi 15 L'Italia e gli italiani 16 L'amore con Gisella 17 Israele |