Genere | audiointervista |
Cronologia | 1992 apr. 14 |
Persone | |
Luoghi | Auschwitz Birkenau Trieste |
Abstract | L'intervista è stata registrata da Liliana Picciotto a Milano, presso il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, il 14 aprile 1992, nell'ambito del progetto "Ricerca sulla Deportazione". L'intervistatore dichiara che quella in corso è la seconda parte di un'intervista cominciata tempo prima in casa di Goti Herskovitz Bauer. L'intervista comincia con il racconto dell'arrivo a Birkenau. Elena Anna Kugler venne deportata nel campo di Birkenau insieme alla madre e alle due sorelle. Arrivò nel campo nel maggio del 1944 e superò la selezione insieme alla maggiore delle due sorelle, insieme alla quale trascorse il periodo di internamento; non rivide più la sorella minore né la madre. Dopo essere stata rasata, spogliata, lavata ed immatricolata venne alloggiata nella baracca della quarantena. Qui fu costretta a lavori pesanti. Successivamente fu impiegata nella sistemazione strutturale di alcune baracche. Terminata la quarantena le sorelle furono assegnate al lager-b ed impiegate nella raccolta di radici nelle campagne che circondavano il campo. Elena lavorò in seguito per la Luftwaffe scavando trincee per le postazioni antiaeree. Alla fine del 1944 cominciarono le prime evacuazioni dal campo, causate dall'avanzata russa. Ciononostante Anna e la sorella, troppo deboli per affrontare le marce, vennero trattenute nel lager. Il peggiorare delle condizioni fisiche le costrinse a presentarsi all'infermeria per essere ricoverate nell'ospedale. Qui assistettero all'evacuazione degli ultimi soldati tedeschi. Una volta rimessa in salute, Anna attese nascosta con la sorella l'arrivo delle truppe russe che avvenne il 27 gennaio 1945. Venne quindi trasferita nella città di Auschwitz, dove venne visitata e curata sommariamente da medici sovietici. Insieme alla sorella e ad altri ex prigionieri italiani fu impiegata nella costruzione di trincee nelle campagne circostanti. In seguito un ufficiale ebreo sovietico prese con sé le due ragazze e le assegnò come lavandaie al quartiere generale russo. Qui avevano il compito di lavare la biancheria razziata dai soldati nelle case della città. Fece ritorno in Italia, a Trieste, nel settembre 1945. |