Cronologia | 1991 feb. 26 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Picciotto, Liliana |
Luoghi | Cracovia Milano Milano Ferramonti di Tarsia Belgioioso Auschwitz Gleiwitz |
Abstract | L'intervista è stata realizzata il 26 febbraio 1991 da Liliana Picciotto nello studio di Jacob Sturm a Milano (1). Jacob Sturm nacque il 2 luglio 1922 a Cracovia da Isaac Sturm e Pessla Hauser, entrambi di origine polacca. Trascorse l'infanzia nella piccola cittadina di Tarnowiec [?]; la famiglia era religiosa; il padre era un commerciante e possedeva un negozio di abiti da uomo. Nel 1939 si trasferì con la famiglia in Italia, a Milano, perchè era l'unico paese per il quale non occorreva un visto. A Milano si stabilirono in via Mameli; frequentavano il tempio di C.so Indipendenza; Isaac Sturm si ritrovava spesso a conversare con il rabbino Gustavo Castelbolognesi. In seguito alla legge sull'internamento degli ebrei stranieri, Jacon Sturm, con i genitori ed il fratello, furono internati nel campo di Ferramonti di Tarsia, vicino Cosenza. Successivamente, per la legge sull'internamento libero, lasciarono il campo di Ferramonti e si stabilirono in una casa in affitto a Belgioioso, in provincia di Pavia. Jacob Sturm racconta che nell'autunno del 1944 la famiglia venne arrestata da agenti della pubblica sicurezza italiana e portata a Pavia e poi trasferita nel carcere di S.Vittore a Milano. Qui Jacob venne separato dai familiari e sistemato in una cella singola. Non rivide più i genitori. Dopo alcuni giorni venne portato alla Stazione Centrale e caricato sul convoglio per Auschwitz-Birkenau. Jabob Sturm non ricorda le persone con cui fece il viaggio, nè se il convoglio partito da Milano fece qualche sosta prima di arrivare ad Auschwitz. All'arrivo nel campo, durante le selezioni, ritrovò il fratello minore. Insieme a lui venne spogliato, lavato e tatuato con la matricola b-13736. Durante la permanenza nel campo lavorò come manovale. Il fratello invece venne selezionato come inabile al lavoro e fucilato. Jacob Sturm fa alcune considerazioni sull'osservanza religiosa all'interno del campo. Il 10 gennaio 1945, a causa dell'avanzata russa, venne evacuato dal campo e trasferito in treno, viaggiando su un vagone merci aperto, a Gleiwitz. Da qui venne incolonnato e marciò sino a raggiungere un bosco dove, secondo i piani delle SS, i prigionieri sarebbero stati giustiziati. Intuendo la situazione Jacob fuggì poco prima della fucilazione e vagò nel bosco sino a raggiungere una casa abitata da contadini polacchi che lo aiutarono, vestendolo e nutrendolo, ma non lo fecero rimanere per paura della rappresaglia tedesca. Vagò di nuovo sino ad un cascinale dove venne accolto da altri contadini polacchi e sistemato nel fienile. Qui rimase, aiutato e nutrito, sino all'arrivo delle truppe russe, il 18 gennaio 1945. Venne curato da un ufficiale per un'estesa cancrena ai piedi. Durante l'offensiva russa seguì le truppe cercando di avvicinarsi a casa. Riuscì a passare sotto la custodia inglese, in Austria; da qui partì con un camion americano che lo condusse fino a Milano. A Milano trovò sostegno presso la Comunità, in via Unione. |
Note | (1) L'intervista appare molto faticosa; si rilevano numerosi vuoti di memoria da parte dell'intervistato. (2) Sul foglio allegato all'audio cassetta è riportata la data errata del 1992. |