Jacques Assa - Intervista a Jacques Assa

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Genereaudiointervista
Cronologia1987 ago. 18
Persone

Assa, André Jacques

Assa, Isaac

Abolaffio, Camelia

Assa, Roger

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

Abstract

Jacques Assa nacque l'11 maggio 1927 a Parigi. Figlio di Ishak Assa e di Camelia Abolaffio, entrambi turchi di nazionalità italiana e residenti a Parigi dal 1910. I due ebbero un secondo figlio, Roger Assa, per il quale scelsero la nazionalità francese. Nel 1943 il consolato italiano consigliò alla famiglia di trasferirsi in Italia dal momento che non poteva più garantire la sicurezza degli ebrei italiani in Francia. La famiglia partì per l'Italia lasciando in Francia il figlio minore che, in quanto francese, non poteva lasciare il paese. Per il viaggio la famiglia pagò un compenso al consolato italiano. Passata la frontiera a Bardonecchia la famiglia si stabilì per un mese circa ad Imperia  presso un hotel. In seguito si trasferì in un appartamento a Bordighera. Una notte del novembre 1943 la famiglia venne prelevata dai Carabinieri e portata, prima alla questura di Bordighera, poi a quella di Sanremo. Insieme ad altri ebrei venne consegnata ad un ufficiale delle SS che la scortò fino al carcere di Genova. Dopo una settimana avvenne un nuovo trasferimento, in un vagone ferroviario chiuso, alla volta di S. Vittore. Dal carcere la famiglia arrivò alla Stazione Centrale da cui venne deportata, scortata da soldati tedeschi, in direzione Birkenau, su vagoni chiusi. Dopo 3-4 giorni di viaggio, con una sosta in Austria, la famiglia arrivò a destinazione il 13 dicembre 1943. Qui avvenne la separazione della famiglia per sesso. Jacques Assa venne separato dal padre e portato a bordo di un camion al campo di lavoro di Monowitz. Dopo pochi giorni venne immatricolato con il n° 167971 ed impiegato immediatamente come manovale presso la IG Farben. In seguito venne  impiegato come magazziniere. Nel dicembre del 1944, a causa dell'avanzata delle truppe russe,  il campo venne evacuato e Jacques Assa fu costretto a marciare per 66 km per poi essere caricato su un vagone aperto e trasportato a Buchenwald. Qui venne immatricolato col n° 122625. Restò nel campo sino all'11 aprile 1945 quando lo stesso fu liberato dalle truppe americane. Fece ritorno a Parigi nell'aprile del 1945 e si mise in contatto con il fratello minore, scampato alla deportazione. Non rivide mai più i genitori. Sempre nel 1945 tornò a Bordighera per recuperare oggetti di valore di proprietà della famiglia depositati presso dei conoscenti italiani.

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