Genere | audiointervista |
Cronologia | 1987 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Colombo, Gigliola |
Luoghi | Salonicco Livorno Gabbro Milano |
Abstract |
L'intervista è stata realizzata a Livorno nel 1987 da Gigliola Lopez per il progetto "Ricerca sulla Deportazione". All'intervista è presente anche la moglie di Isacco Bayona, Lina Astrologo. Isacco Bayona nacque il 27 gennaio 1926 a Salonicco (Grecia), figlio di Raffaello [Raffaele] e Diamante Jacob, fratello di Carlo, Lucia e Dora. Erano cittadini italiani. Durante la guerra i greci fecero prigionieri Raffaello e Carlo Bayona (in quanto italiani, mentre sfuggì il fatto che erano ebrei), li portarono sull'isola di Argos. Nel 1941, per uno scambio di prigionieri, vennero inviati in Italia, con tutta la famiglia, via terra passando dalla Jugoslavia. Risiedettero a Livorno in quanto città d'origine della famiglia. La comunità ebraica trovò loro una sistemazione. Isacco e Carlo Bayona lavorarono alla fabbrica del litopone [stabilimento chimico della Montecatini]. Isacco Bayona fa alcuni cenni sulla vita a Salonicco e poi a Livorno. L'intervista prosegue con il racconto sul periodo della guerra. La famiglia di Isacco Bayona nell'estate del 1943 a causa dei bombardamenti sfollò dalla città di Livorno insieme ad altre due famiglie ebree, i Baruch e i Modiano. Trovarono rifugio a a Gabbro di Rosignano Marittimo (Livorno) presso una famiglia di contadini, conosciuti dai Modiano. Raffaello Bayona si infortunò ad un ginocchio; ricoverato all'ospedale, riuscì a scampare alla deportazione. Ai primi di ottobre del 1943, Isacco e Carlo Bayona e gli uomini delle famiglie Baruch e Modiano furono arrestati da italiani e condotti alla stazione dei carabinieri. In seguito anche le donne e i bambini furono presi e tutti insieme furono portati alla caserma di via Nazionale a Livorno. Dopo una settimana, li portarono con un camion alle carceri di Firenze, uomini e donne di nuovo separati. Quindi furono mandati con vagoni piombati a Milano, dove li presero in consegna i tedeschi e li rinchiusero al carcere di San Vittore. Partirono per Auschwitz dalla Stazione Centrale. Nello stesso convoglio c'erano anche [Schulim] Vogelmann, i fratelli Passigli, il rabbino Nathan Cassuto. Isacco Bayona racconta nel dettaglio dell'arrivo ad Auschwitz, dell'immatricolazione, della quarantena. Successivamente Isacco Bayona ricorda del lavoro, insieme al fratello Carlo, alla fabbricazione di proiettili anticarro. Verso la fine dell'intervista, Isacco Bayona fa alcune considerazioni sulla difficoltà di raccontare l'esperienza del campo, sul rientro a Livorno e nella Comunità. La registrazione si interrompe bruscamente. |