| tipologia |
comitato di liberazione nazionale/corpo militare della Resistenza |
| descrizione |
Le Fiamme verdi sono formazioni partigiane di ispirazione cattolica la cui espansione è dovuta principalmente al clero e alla sua scelta resistenziale che si esplica in una guerriglia a bassa intensità, in atteggiamenti cauti e di resistenza passiva quali il rifiuto di lavorare per i tedeschi e i fascisti, azioni di sabotaggio, la mancata consegna dei beni di prima necessità. Con epicentro nella provincia di Brescia, le Fiamme Verdi nascono nel novembre 1943 su iniziativa di Gastone Franchetti che opera nell'area di Trento, mentre nell'area milanese è nominato il generale degli alpini Luigi Masini. Ben presto in contatto con i servizi alleati in Svizzera e con il CLN lombardo, le Fiamme Verdi affrontano duri attacchi da parte della RSI e dei nazifascisti che nel febbraio del 1944 arrestano i vertici della formazione partigiana. Pochi mesi dopo, nella primavera dello stesso anno, la divisione autonoma Tito Speri aggiunge due brigate alle quattro già attive in val Camonica, val Trompia e val Sabbia; in seguito si costituisce la 2a divisione Astolfo Lunardi che opera in pianura e a Brescia. L'inverno 1944-1945 il proclama Alexander provoca il disorientamento delle Fiamme Verdi; nella primavera 1945 partecipano alla liberazione di Brescia, mentre alcuni reparti operano in Trentino Aldo Adige, in provincia di Bergamo e a Mantova. |
| fonti |
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