L'intervista a Lello Di Segni è stata realizzata il 13/10/1995 a Roma da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).
Lello Di Segni nasce a Roma il 4 novembre 1926 da Cesare Di Segni ed Enrichetta Zarfati, primogenito di 4 figli, Angelo, Mario e Graziella. La famiglia vive a Roma in Via Portico d'Ottavia. Il padre è venditore ambulante di abbigliamento, mentre la madre è casalinga. Le condizioni economiche della famiglia sono al limite della sopravvivenza e Lello aiuta con lavori occasionali. Sono religiosi, osservano le regole alimentari e le ricorrenze. Lello frequenta la scuola mista fino all'introduzione delle leggi razziali del' 38: di quel periodo ricorda le prime aggressioni da parte dei compagni non ebrei e la successiva espulsione dalla scuola. Il padre perde la licenza e si trova costretto a vivere di espedienti. La sera prima del 16 Ottobre '43 Lello racconta gli episodi di mitragliamenti contro le case per intimorire la gente e costringerla a restare in casa. La mattina dopo inizia il rastrellamento: la famiglia è condotta al carcere di Regina Coeli. Dopo alcuni giorni inizia il viaggio di deportazione verso la Polonia. All'arrivo ad Auschwitz-Birkenau avviene la separazione dalla madre e dai fratelli minori: Lello e il padre sono selezionati per il lavoro convinti di rivedere i familiari alla sera. Altri prigionieri polacchi spiegano a Lello e ai suoi compagni la realtà dei fatti, loro non vogliono credere alle camere a gas e ai forni crematori, si scatenano zuffe.
Per circa 30 giorni Lello e il padre restano al campo, sono immatricolati poi vengono separati: il padre è inviato in Alta Slesia alle miniere di carbone, Lello al ghetto di Varsavia a rimuovere macerie e liberare le strade per undici mesi. Lello parla anche del lavoro di costruzione di forni e camere a gas nel campo di Varsavia, ma è confuso nel ricordo. Con l'avanzata del fronte sovietico, Lello è trasferito in treno al campo di Allach sottocampo di Dachau e poi a Dachau, dove è liberato dagli americani. Al rientro in Italia preferisce fermarsi a Milano per un po' di tempo: qui è raggiunto da uno zio che lo riporta a Roma; dopo qualche tempo ritornerà anche il padre.