livello | fondo |
data/e | 1943 - 1971 |
consistenza | buste 4 |
fascicoli 15 | |
ambiti e contenuto | Il fondo riunisce tutta la documentazione prodotta e raccolta dal CDEC in seguito all'incarico ricevuto da alcuni magistrati tedeschi di rintracciare i testimoni per deporre al processo di Osnabruck con il quale dovevano essere giudicati tre ufficiali e due sottufficiali della divisione SS. Leibstandarte Adolf Hitler, ritenuti responsabili delle stragi sul lago Maggiore. |
modalità di acquisizione | Il fondo è stato prodotto e acquisito dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano durante lo svolgimento della sua attività di custodia e tutela dei documenti sulla realtà degli ebrei con particolare riferimento all'Italia ed all'età contemporanea, assicurando la raccolta di ogni relativa documentazione e conservando nei propri archivi e nella propria biblioteca la memoria della persecuzione antiebraica nazista e fascista. |
accesso ai documenti | Si, previa autorizzazione del responsabile dell'archivio secondo le regole dell'Istituto e la normativa vigente. |
documentazione collegata | Fondo Processo Berlino. |
storia istituzionale/amministrativa | Nel 1955, in occasione del decimo anniversario della Liberazione, della fine della Repubblica sociale italiana (RSI) e dell'occupazione nazista, la Federazione giovani ebrei d'Italia (FGEI) sotto l'egida dell'Unione delle comunità israelitiche italiane (UCII) costituì a Venezia il Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC). Secondo il suo primo Statuto del 1957 lo scopo del CDEC doveva essere "la ricerca e l'archiviazione di documenti di ogni tipo riguardanti le persecuzioni antisemite in Italia e il contributo ebraico alla Resistenza", nonchè la la loro divulgazione. Sotto la direzione di Roberto Bassi - al quale nel 1954 fu affidato l'incarico di creare un archivio storico - il CDEC raccolse l'eredità del colonnello Massimo Adolfo Vitale proseguendo il lavoro di ricerca sugli ebrei italiani e stranieri deportati dall'Italia. |
storia archivistica | Il fondo archivistico è stato prodotto dal CDEC a partire dal 1963 - 1964, ovvero da quando la procura di Osnabrueck incaricò la Fondazione di via eupili di svolgere le ricerche per le stragi naziste sul lago Maggiore, in particolare quella di Meina. Come si sa, alcune decine di ebrei, sparsi tra case ed alberghi della zona, erano stati rinchiusi nel settembre 1943 nell'hotel Meina e trucidati, dopo essere stati portati fuori a gruppi. Pochi giorni dopo, i loro corpi furono trovati alla deriva, galleggianti nel lago. Delle ricerche si occupò direttamente la segretaria, Eloisa Ravenna che, totalmete assorbita dalla ricerca di nuovi testi, da sopralluoghi sul lago, coordinando il lavoro dei collaboratori del CDEC, raccolse e studiò i documenti provenienti dagli Archivi di Stato e mantenendo i contatti con il Tribunale di Osnabrueck tramite il procuratore Ersten Waetcher. Le carte così raccolte e prodotte dal CDEC vennero archiviate, durante e dopo le ricerche, secondo il seguente schema: "Documenti relativi al processo" (I) "Testimonianze raccolte dal CDEC" (II) "Corrispondenza" (III) "La stampa" (IV) "Appunti di Eloisa Ravenna" (V) A queste cinque classi originarie, nella precedente fase di riordino è stata aggiunta un'ulteriore classe denominata "Sentenze". Oggi, a seguito di un importante progetto, il fondo archivistico è stato ulteriormente riordinato e nel rispetto delle funzioni del soggetto produttore e della provenienza delle carte, risulta così articolato: TITOLO 1: Attività del CDEC, cartella 1, fascicoli 1 - 4, estremi cronologici 1964 - 1971; TITOLO 2: Processo, cartelle 2 - 4, fascicoli 5 - 15, estremi cronologici 1943 - 1970. Il fondo si compone di 3.112 carte, raccolte in 15 fascicoli suddivisi in 4 cartelle per 0,50 metri lineari circa. Tutta la documentazione, riordinata ai sensi dell'art. 13, commi a) e b) del D.Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio è in originale e in buono stato di conservazione. |
criteri di ordinamento | Il fondo è stato riordinato privilegiando il principio di provenienza delle carte e la cronologia degli eventi storici. In assenza di segnature archivistiche si è deciso di adottare una classificazione per argomento ricostruendo i fascicoli in relazione all'oggetto della corrispondenza trattata e alla Storia. |
bibliografia |
Hotel Meina. La prima strage di ebrei in Italia , Marco Nozza , 309. , Milano , settembre 1993 , Arnoldo Mondadori Eloisa e il CDEC , Liliana Picciotto Fargion , edito in «La rassegna mensile di Israel, terza serie, Vol. 47, No. 1/6» , 9 - 44. , Milano , Gennaio - giugno 1981 , Centro di documentazione ebraica contemporanea |
note | Il riordino del fondo, oltre a tradurre in effettiva acquisizione storica i fatti avvenuti sul lago Maggiore, riconsegna alla Storia anche una parte dei documenti che furono "[..] distrutti dai tedeschi, incendiati, fatti sparire. Che esistessero lo hanno confermato numerosi testimoni del processo di Osnabruck, testimoni di livello, ex autorità della Leibstandarte e della Gestapo, che hanno parlato di vere e proprie inchieste da loro avviate e poi insabbiate". Marco Nozza, Hotel Meina. La prima strage di ebrei in Italia, Milano, Arnoldo Mondadori, settembre 1993, cit. p. 215. |
persone |
Waetcher Ersten |
Livello inferiore |
Attività del CDEC Processo |