Mario Pavia - Intervista a Mario Pavia

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Genereaudiointervista
Cronologia1991 nov. 06
Persone

Pavia, Mario

Pavia, Giacomo

Ovazza, Ettore

Ovazza, Riccardo

Astorre, Mayer

Ovazza, Vittorio

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

Abstract

L'intervista è stata registrata al CDEC.

Mario Pavia nacque il 3 dicembre 1912 a Milano da Giacomo Pavia e Lea De Benedetti. Ebbe un fratello. La famiglia rimase a Milano sino al 1916 quando il padre venne richiamato dall'esercito a Torino per la guerra. Qui Mario frequentò il liceo classico Massimo D'Azeglio: si iscrisse ai Balilla ma fu amico di molti futuri attivisti antifascisti. A Torino fece il servizio militare e si laureò in Ingegneria meccanica. Nel 1922, la madre, gravemente ammalata, fu ricoverata in una clinica gestita da una congregazione di suore. Nel 1934 alcuni ebrei antifascisti suoi conoscenti vennero arrestati. Nel 1935 partecipò alla guerra d'Etiopia. Una volta rientrato in patria lavorò a Milano nella ditta dov'era impiegato anche il padre, rappresentante. In questo periodo la famiglia Pavia ospitò a casa propria alcuni ebrei profughi provenienti dall'Europa Centrale. Nonostante le leggi antiebraiche del 1938, Mario potè mantenere il lavoro ma venne degradato ad occupare posizioni meno importanti. Il padre fu invece costretto ad intestare ogni sua proprietà commerciale ai propri dipendenti per continuare i rapporti di rappresentanza. Nel 1942 Mario sfollò a Gaggiano dove visse in un appartamento insieme al figlio del banchiere Ettore Ovazza, Riccardo. Quest'ultimo frequentava le scuole ebraiche di Milano. Nel 1943 la ditta dove lavorava Mario fu sequestrata dalle autorità italiane perchè di proprietà di un ebreo e di un inglese. Dopo l'8 settembre 1943 Mario, consapevole della gravità della situazione, andò a Torino per avvertire il padre ed il fratello e convincerli a nascondersi. Il padre di Mario si rifiutò tuttavia di lasciare Torino, convinto che non sarebbe successo nulla di grave. Qui contattò anche Ettore Ovazza ed il figlio Riccardo, momentaneamente a Torino per le vacanze estive, avvertendoli del pericolo. Questi ultimi verranno arrestati ed uccisi qualche settimana dopo. Mario fece ritorno a Milano e si mise in contatto con Astorre Mayer ad Abbiategrasso per avere indicazioni sull'espatrio clandestino. In seguito tentò la fuga in Svizzera per tre volte ma venne sempre ricacciato in patria dalle autorità svizzere. Raggiunse di nuovo il padre ed il fratello coi quali si rifugiò a Moncalieri presso la villa di Vittorio Ovazza, nel frattempo emigrato negli Stati Uniti. La madre di Mario rimase in clinica, protetta dalle suore che la curavano. Il 30 novembre 1943, con l'entrata in vigore della legge sull'arresto di chiunque fosse ebreo, il padre di Mario si nascose in una casa affittata a nome della governante che abitò con lui; il fratello di Mario si rifugiò nella portineria dei bagni pubblici di via S.Secondo a Torino; Mario si trasferì a Cuneo sotto il falso nome di Mario Pasini e lavorò presso un impianto chimico di proprietà di un socio del padre, fervente antifascista.  Il fratello di quest'ultimo, nelle fila dell'esercito repubblichino, non denunciò mai il fatto pur essendone a conoscenza. Anzi, quando Mario venne arrestato con l'accusa di essere un sovversivo, garantì per la sua scarcerazione dandogli modo di tornare in libertà. Nel frattempo il padre ed il fratello di Mario si erano riuniti rifugiandosi in un cascinale della campagna intorno ad Alba. L'impianto chimico dove lavorava e viveva Mario venne bombardato ed egli fu costretto a raggiungere Torino e a sistemarsi a casa della governante. Rimase qui per tre mesi circa senza uscire ma, con l'aumento delle perquisizioni nazifasciste, fuggì con la governante ad Alba nel marzo del 1945 e si ricongiunse al resto della famiglia. Dopo la Liberazione tornò a Milano dove lavorò per conto di un amico. Nel 1947 si sposò e nel 1949 venne assunto dalla ditta Necchi. (1)

Note(1) La registrazione si chiude con la presentazione, da parte di Liliana Picciotto, dell'intervista a Gualtiero Morpurgo. (Cfr. Intervista a Gualtiero Morpurgo)

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