Enrico Picciotto - Intervista a Enrico Picciotto

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Genereaudiointervista
Cronologia1991 mag. 02
Persone

Picciotto, Enrico Elia

Picciotto, Raffaele

Latife, Douek

Picciotto, Vittorio

Picciotto, Alberto

Picciotto, Emilio

Picciotto, Leone

Picciotto, Carlo

Picciotto, Edoardo

Valdgi, Rebecca

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

Luoghi Istanbul Milano Il Cairo
Abstract

L'intervista è stata registrata a Milano.

Enrico Picciotto nacque il 4 gennaio 1920 a Istanbul da Raffaele Picciotto e Latife Douek. Ebbe tre fratelli maggiori: Vittorio, Alberto ed Emilio. A Istanbul il padre lavorava come alto funzionario dell'Impero Ottomano. Nel 1922 la famiglia si trasferì a Milano dove il padre aprì un ufficio della società di compravendita di tessuti gestita con i suoi fratelli Carlo, Leone ed Edoardo. I tre possedevano il proprio ufficio rispettivamente a Il Cairo, a Bruxelles ed a Istanbul. A Milano, Enrico trascorse una vita agiata, frequentando le scuole pubbliche ed il ginnasio. Nel tempio ebraico di via Guastalla celebrò il Bar Mitzvah come i fratelli avevano fatto prima di lui. In seguito, a causa della situazione politica italiana incerta e deteriorata, del crescente antisemitismo, nonchè dell'imminente leva obbligatoria di due dei fratelli, Enrico espatriò con la famiglia in Egitto nel 1935. A Il Cairo, il padre prese il posto del fratello Carlo, deceduto, nella gestione dell'ufficio. Enrico frequentò insieme ai fratelli il liceo italiano della città. A scuola partecipò attivamente all'attività fascista prevista per i giovani: divenne balilla e fece parte delle associazioni giovanili fasciste. Aderì alla retorica fascista senza una vera presa di coscienza politica, ma soltanto per emulazione. Difatti nel 1938 ebbe problemi con il preside del liceo che lo dimissionò dall'incarico di caposcuola e da allora si rifiutò di esibire il saluto romano. Inoltre, al conseguimento della maturità, non gli venne conferita la medaglia d'oro allo studio, seppur meritata, dal momento che era ebreo. In questo periodo si allontanò da qualsiasi sentimento fascista. Terminato il liceo si iscrisse alla facoltà di economia presso la filiale egiziana della London School e qui si laureò. Iniziò quindi a lavorare con il fratello Vittorio ed al padre nell'ufficio commerciale de Il Cairo. Allo scoppio della guerra, alla famiglia Picciotto, di nazionalità italiana, fu impedito di lasciare liberamente il paese. Nel 1942 Enrico conobbe la futura moglie Rebecca Valadgi, di nazionalità egiziana, che frequentò saltuariamente dal momento che il contingente tedesco aveva sfondato le linee inglesi minacciando Il Cairo. Una volta respinto l'attacco tedesco i due poterono vedersi con più frequenza. Nel 1946 il padre di Enrico venne a mancare. Nel dopoguerra, le autorità egiziane intimarono la famiglia Picciotto di lasciare il paese, negando loro il rinnovo del visto; dopo diversi tentativi di rimanere, nel 1948 i Picciotto furono costretti a imbarcarsi ad Alessandria d'Egitto alla volta di Genova. Poco prima di lasciare l'Egitto Enrico riuscì a sposare Rebecca (non senza difficoltà dal momento che le autorità egiziane tentarono di impedire l'unione di una connazionale con uno straniero). I due, una volta giunti in Italia, si sistemarono a Milano in un appartamento condiviso con il fratello di lui, Vittorio.

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