Genere | audiointervista |
Cronologia | 1992 mar. 03 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Picciotto, Liliana |
Abstract |
Raimondo Di Neris nacque a Roma il 9 settembre 1920 da Samuele Di Neris e Rosa Calò. Ebbe sette fratelli. Prima della guerra visse con la numerosa famiglia nel quartiere di Trastevere; il padre lavorava come rigattiere. Nel 1938 venne arrestato con alcuni amici - tra cui Marco Calò, Angelo Di Porto, Ezra Di Lazzaro, Angelo Di Veroli, Giacomino Di Porto -, presso un teatro della città, a causa di una lite con alcuni attori che avevano appena messo in scena uno spettacolo da loro considerato antisemita. Fu incarcerato a Regina Coeli per quattro mesi in attesa di giudizio e venne condannato a due anni di confino. Fu condotto, insieme agli amici, alla stazione romana di San Lorenzo da cui, in treno, fu tradotto a Napoli, dove rimase in carcere per tredici giorni circa. Fu trasferito prima a Palermo, poi a Trapani, quindi a Ustica, luogo previsto per il confino. Nel 1940, scontata la pena, fece ritorno a Roma. Dopo l'8 settembre 1943 si nascose presso la sede del partito comunista di via dei Vascellari, mentre due sorelle trovarono rifugio in un convento. Nel 1944 il padre ed un fratello vennero arrestati e deportati. Il 5 aprile 1944 Raimondo venne arrestato dalla polizia italiana e incarcerato a Regina Coeli. Il 10 aprile 1944 fu portato al campo di concentramento di Fossoli di Carpi. Rimase nel campo per un mese circa. Durante questo periodo assistette all'omicidio di un internato da parte di un sorvegliante SS per non avere risposto prontamente ad un comando. Il 16 maggio 1944 alla stazione di Carpi fu caricato su un vagone piombato, e dopo il viaggio, con poco cibo ed alcune soste, arrivò il 23 maggio ad Auschwitz. Qui fu condotto verso la selezione, che superò insieme con l'amico Marco Calò, con il quale trascorse l'intero periodo di internamento sino alla liberazione. Venne assegnato con lui al campo di Birkenau, immatricolato A-5369, tatuato e alloggiato in una baracca. Senza essere sottoposto alla quarantena, venne subito impiegato nella rottamazione di carcasse di aeroplani. Durante questo periodo ritrovò uno dei fratelli ma venne separato da quest'ultimo poco dopo. Alla fine del 1944, a causa dell'avanzata russa, venne evacuato dal campo e costretto a camminare fino ai dintorni di Praga, dove fu caricato su un vagone merci aperto e trasportato a Mauthausen. Qui venne immatricolato nuovamente con un braccialetto e impiegato nella cava del campo. Rimase per cinquanta giorni circa per poi essere trasferito nel campo di Gusen, dove fu impiegato in una fabbrica sotterranea che produceva pezzi di ricambio per aerei militari. Venne liberato dalle truppe americane (1) e portato in un ospedale militare a Linz per una forte dissenteria. In seguito venne trattenuto in quarantena nel campo di Mauthausen sotto la sorveglianza americana. Dopo due mesi circa fu rilasciato e fece ritorno in Italia. |
Note | (1) La data non viene comunicata. |