Genere | audiointervista |
Cronologia | 1984 |
Persone |
Awerbach, Rachele |
Credits | |
Luoghi | Westerbork |
Abstract | L'intervista è stata realizzata da Gigliola Colombo; data e luogo dell'intervista non vengono dichiarati. Dopo un breve racconto della sua deportazione nel campo di Westerbork, Rachele Awerbach viene sollecitata a parlare soprattutto della comunità aschenazita di Milano. Rachele Awerbach in Zippel racconta della sua vita prima del matrimonio con Harry Zippel, avvenuto in Italia, a Milano, nel 1950. Rachele parla in particolare della sua deportazione dall'Olanda nel campo di transito di Westerbork. Rachele, nata in Belgio, racconta di essersi trasferita in Olanda con la famiglia quando era ancora una bambina. Nel 1943 fu deportata nel campo di Westerbork con i genitori, mentre il fratello morì nel 1940 durante la guerra contro i tedeschi. Ricorda di essersi salvata perchè il padre era di origine russa - racconta che i tedeschi facevano eccezioni per gli stranieri - e anche perchè durante i tre anni di prigionia lavorava per il campo. Furono liberati il 12 aprile 1945 e rientrarono nella città di Dalmar in Olanda. Pochi anni dopo, nell'ottobre del 1949 a Ginevra, dove lavorava per le Nazioni Unite, conobbe il marito italiano e circa un anno dopo si trasferì in Italia. L'intervista prosegue con il racconto sugli ebrei aschenaziti della comunità di Milano, il cui tempio, è stato fondato dai fratelli Zippel in memoria del padre Jacob. Ricorda delle frequentazioni del tempio, delle feste ebraiche, delle relazioni, delle modalità di finanziamento del tempio e dei rapporti con le altre comunità. |