Gilberto Salmoni - Intervista a Gilberto Salmoni a Fossoli

torna ai risultati
Generevideointervista
Cronologia1995 giu. 21
Persone

Salmoni, Gilberto Raffaele

Salmoni, Renato

Salmoni, Gino

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

(committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC

Luoghi Carpi (MO) Genova Milano Fossoli Verona Buchenwald Bormio Tirano (SO) Como Innsbruck Monaco di Baviera
Abstract

Intervista realizzata il 21 giugno 1995 a Carpi da Liliana Picciotto Fargion, nell'ambito del progetto "Intervista alla storia" (vedi scheda relativa) Nella città in cui comincia l'intervista, che poi prosegue al campo di Fossoli, c'era la stazione da cui partivano i treni di deportazione. Gilberto Salmoni è figlio di Gino e Vittoria Bellelio, nato a Genova il 15 giugno 1928. Nel 1913 era nato il fratello Renato, e nel 1919 la sorella Dora. Il padre faceva l'ispettore agrario ed era dunque un dipendente dello Stato, colpito dalle leggi razziali del '38, la madre faceva la casalinga. Traferitosi a Celle Ligure con la famiglia presso amici per ragioni di sicurezza, tentano poi tutti insieme di varcare la frontiera Svizzera con due guide, ma finiscono, forse traditi, tra le braccia della Milizia Repubblichina. Incarcerati a Como, vengono poi portati a Milano, al carcere di San Vittore, e dopo ancora, a Fossoli. Quando stanno per partire da questo campo, diretti in Germania, vengono ammoniti: "Adesso andrete in campi veramente organizzati, finora siete stati in villeggiatura". Incaricato durante il viaggio verso la Germania di servire il caffè insieme al fratello, Gilberto viene fatto scendere a Innsbruck, e si accorge che mentre per gli altri la destinazione è Auschwitz, per loro è Buchenwald. Il primo impatto con questo campo di concentramento, che Gilberto studia su una cartina fornitagli dall'intervistatrice, è tremendo: chiusi in una stanza già piena dove manca l'aria. Il giorno dopo l'immatricolazione, per loro fortuna come politici, e una doccia dalla quale speravano uscisse acqua e non gas. Al campo Gilberto, finita la consueta quarantena, svolge diversi lavori, dallo sgombero macerie al trasporto materiale, dall'aiutante del muratore al lavoro alla stazione ferroviaria Weimar, che raggiungevano dal campo su carri bestiame. Mentre risponde alle diverse domande Gilberto afferma che a Buchenvald c'era il forno crematorio ma non le camere a gas. Quando i tedeschi iniziano a lasciare il campo, gli ultimi rimasti, i Lagerschutz, gli internati guardiani, chiedono invano di fare bombadare il campo prima dell'arrivo degli americani.

Indice dei contenuti

1 Rifugiati a Celle Ligure

2 Il tentativo verso la Svizzera

3 Nel carcere di Como

4 San Vittore, Milano

5 Campo di Fossoli

6 "Finora siete stati in villeggiatura"

7 Caffè a Innsbruck

8 Destinazione Buchenwald

9 Immatricolazione e doccia gelata o bollente

10 Lavori diversi

11 La ferrovia di Weimar

12 I Lagerschutz cercano di fare bombardare il campo

13 Gli americani

Questo portale è stato realizzato grazie al sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo




Powered by

Il dataset "Shoah Victims names" è stato pubblicato in modalità Linked Open Data sul portale dati.cdec.it ed è accessibile tramite Endpoint SPARQL






Naviga i dati con

Salvo diversa indicazione, tutti i contenuti di questo sito sono soggetti alla licenza Creative Commons - Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) .
You must give appropriate credit, provide a link to the license, and indicate if changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that suggests the licensor endorses you or your use  



Con il contributo di