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osservazioni
In riferimento a questo scatto si legga il brano dagli "Appunti autobiografici" di Valerio Valabrega: "[...] Quando si sentiva aleggiare l'ipotesi di un rastrellamento tutto il gruppo di venti rifugiati dal nonno Enrico era in attesa spasmodica del peggio. Ma il nonno era tranquillo perché si sentiva protetto dal suo Dio (forse l'Architetto dell'Universo ebraico): usciva sull'aia della nostra baita con la kippà in testa (la papalina), il libro delle preghiere ebraico, il seggiolino pieghevole per sedersi. Così cominciava a pregare in ebraico, fingendo di capire che cosa diceva, ma l'impegno e il sentimento erano per lui non solo un sostegno morale ma una garanzia di tangibile protezione. Infatti i tedeschi non arrivavano e lui: "avete visto?".[...]" [tratto da A. Valabrega, "M.U.R.I. 1938", 2013, pp. 106-107]