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| forme alternative del nome | Palla, Ferrante - Poerio, Bruno |
| Relazioni parentali |
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| professione |
Medico |
| biografia |
Bruno Pincherle nasce a Trieste il 17 giugno 1903, figlio di Emilio e Irene Farchi. Studia medicina a Firenze dove si lega al circolo di Salvemini, dei fratelli Rosselli e di Ernesto Rossi e Calamandrei. Nel 1923 aderisce all'Unione goliardica per la libertà, per la quale cerca aderenti anche a Trieste. A Trieste nel 1925 cerca anche di diffondere il foglio antifascista "Non mollare". Arrestato dall'Ovra nel 1928 a Genova assieme al gruppo della Giovane Italia, tra il 1929 e il 1930 Pincherle soggiorna prima a Vienna e poi a Parigi entrando in contatto con gli ambienti socialisti locali e traendone nuovi spunti per la lotta antifascista in Italia. A Parigi incontra Carlo Rosselli e aderisce a Giustizia e Libertà. Rientrato a Trieste, dal 1931 esercita la professione medica e contemporaneamente si lega a intellettuali triestini come Umberto Saba e Eugenio Colorni. Nel 1939, in seguito alle leggi antiebraiche, deve lasciare la professione medica e nel 1940 viene internato, in quanto antifascista, prima nel campo di concentramento di Campagna (Salerno) e poi in quello di Sforzacosta (Macerata). Nel 1941 rientra a Trieste dove riprende i contatti con gli esponenti antifascisti e liberalsocialisti locali e allaccia relazioni con Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Aldo Capitini. Nel 1943 aderisce al Partito d'Azione, e dopo l'8 settembre 1943 si trasferisce a Roma dove assume la direzione del foglio clandestino "Italia Libera". Nel dopoguerra Bruno Pincherle fa ritorno a Trieste dove riprende l'attività di medico pediatra mantenendo il suo impegno civile in particolare a favore del riconoscimento dei diritti delle minoranze. Fra le attività politiche del secondo dopoguerra si ricorda in particolare la fondazione insieme a Parri e Calamandrei del partito Unità Popolare. Membro del Comitato centrale del PSI, Pincherle è stato tra i promotori del PSIUP (1964). Bruno Pincherle, fra le altre cose, fine cultore di studi stendhaliani, è morto a Trieste il 5 aprile 1969. L'archivio personale di Bruno Pincherle è conservato, dal 1998, presso l'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia. |
| fonti |
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