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| Relazioni parentali |
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| biografia |
Giorgio Leone Diena nasce a Torino il 22 luglio del 1920, figlio di Giuseppe, di religione ebraica, ed Elettra Bruno, di religione cattolica. Nel 1941 studia presso il Politecnico di Torino; con nota 28 luglio 1941 la Regia Prefettura di Torino determina che Diena appartiene alla razza ebraica e viene quindi espulso dal Politecnico dove è iscritto alla facoltà di ingegneria. Il nome di Giorgio Diena appare tra gli imputati nell'ordinanza emessa dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato del 28 maggio 1942; egli, insieme ad altri, viene accusato di diffondere e stampare un opuscolo di denuncia dell'imperialismo tedesco contenente anche richiami negativi al fascismo italiano. Accusato di propaganda antinazionele e di disfattismo, il caso di Giorgio Diena viene rinviato alla magistratura ordinaria. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 Giorgio Diena presta servizio nel Corpo Volontari della Libertà in differenti formazioni partigiane: dal settembre del 1943 fino all'inverno del 1944 prende i primi contatti con le bande operanti nella Val Pellice. Dall'inverno all'estate del 1944 si sposta insieme al fratello Paolo nella Val Chisone; nel settembre del 1944 ripara in Francia per poi tornare in Italia poco dopo. Opera insieme alle bande partigiane della Val Varaita fino alla Liberazione. Terminata la guerra, Giorgio Diena è attivo nel Partito d'Azione fino al suo scioglimento; dopo essersi laureato in ingegneria diventa dirigente della Olivetti lavorando a Ivrea, Massa Carrara e Napoli. Nel 2004 è uno dei firmatari dell'appello rivolto al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per il ripristino dei fondi per la commemorazione del Sessantesimo anniversario della Liberazione. Muore a Torino il 19 maggio del 2013. |
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