| ambiti e contenuto |
Il fondo comprende documentazione prodotta da Goti Bauer in relazione alla sua attività di testimone, materiale librario in originale e in copia (monografie, opuscoli, quotidiani e periodici, elaborati scolastici, tesi di laurea), VHS e DVD relativi alla storia della Shoah, nuclei di corrispondenza e una raccolta di onorificenze ricevute. Di particolare rilievo risulta la serie Agende, che comprende cinque agende utilizzate da Goti Bauer per redigere note e riflessioni personali, bozze e minute di lettere, discorsi pronunciati in occasione di incontri con studenti e adulti, viaggi della memoria, seminari per docenti, nonché traduzioni integrali o parziali dall'ungherese. Spesso, del medesimo testo ricorrono molteplici versioni, a significare l'attento lavoro di rielaborazione e limatura cui va incontro la riflessione intorno al tema della memoria. Uno dei fili rossi che attraversano questo complesso di materiali testuali relativamente eterogenei è l'urgenza del ricordo, acuita dall'insistito riferimento al progressivo, inevitabile assottigliarsi del numero di sopravvissuti ancora in grado di rendere la propria testimonianza. |
| modalità di acquisizione |
Il fondo è stato donato (2) alla Fondazione CDEC nel giugno 2022. |
| storia istituzionale/amministrativa, nota biografica |
Agata Herskovits nasce il 29 luglio 1924 a Berehovo, in Rutenia, allora parte della Cecoslovacchia e oggi in Ucraina, figlia di Luigi, di professione commerciante di vini, e Rosa Rebecca Amster. Nel 1929 la famiglia si trasferisce a Fiume dove Agata, (per tutti, Goti) trascorre gli anni della formazione scolastica. L'emanazione delle leggi razziali nel 1938 provoca conseguenze drammatiche anche per gli ebrei fiumani: Luigi Herskovits deve sospendere l'attività lavorativa, mentre Goti e il fratello minore Tibor vengono espulsi dalla scuola e sono costretti a proseguire gli studi privatamente. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 la situazione si deteriora rapidamente: dopo un primo periodo di incertezza, Goti riesce a far ricoverare il padre, seriamente malato, presso la Clinica Igea di Trieste e a rifugiarsi con il resto della famiglia a Viserba, in Romagna, utilizzando documenti falsi. Nella primavera del 1944 la famiglia si riunisce, in quanto la permanenza di Luigi a Trieste è divenuta troppo rischiosa, e decide di rifugiarsi in Svizzera, appoggiandosi alla rete clendestina di soccorso organizzata a Milano dal cardinale Schuster. Gli Herkovits, divisi in gruppi separati, raggiungono Varese e di qui si spostano a Ghirla, ma, a causa del tradimento delle guide, nei primi giorni di maggio vengono arrestati dalla guardia di finanza presso il valico di frontiera di Cremenaga. Dopo alcuni giorni di detenzione a Ponte Tresa, Varese e Como, tutta la famiglia viene trasferita prima a San Vittore e, in seguito, a Fossoli, dove il 16 maggio 1944 vengono tutti caricati su un convoglio diretto ad Auschwitz. Superata la selezione all'arrivo e dopo il periodo di quarantena, Goti viene destinata alla bonifica delle paludi della Vistola e allo scavo delle trincee contro l'esercito russo. A seguito dell'avanzata dell'Armata Rossa, nel novembre del 1944 Goti viene trasferita a Wilischthal, in Sassonia, dove viene messa a lavorare in una fabbrica di munizioni; nell'aprile del 1945 viene trasferita a Theresienstadt. Dopo la liberazione del campo da parte dei russi, avvenuta l'8 maggio 1945, Goti si unisce ad un gruppo di italiane determinate a rientrare nel proprio paese e, insieme a loro, si sposta a Praga e quindi a Vienna, dove viene collocata in un campo per profughi a Wiener Neustadt, gestito dall'esercito russo. Aggregatasi, poi, ad un gruppo di profughi jugoslavi, riesce a fare ritorno a Fiume nel luglio 1945. Qui non ritrova nessuno della sua famiglia: i genitori infatti non avevano superato la selezione al momento dell'arrivo ad Auschwitz, mentre il fratello Tibor, come verrà a sapere molti anni dopo, era morto nel campo di Buchenwald nell'aprile 1945. In agosto, mentre è alla ricerca di notizie sul fratello Tibor, Goti si sposta a Milano: si iscrive all'università e trova lavoro come interprete presso il comando militare alleato. Sposatasi nel luglio 1946 con Rodolfo Bauer, si trasferiscono ad Asmara, dove rimangono fino al 1950, per poi fare ritorno definitivamente a Milano. Agata Herskovitz - Goti Bauer - a partire dalla fine degli anni '80 ha cominciato a rendere testimonianza sulla propria esperienza di prigioniera nel campo di Auschwitz-Birkenau, profondamente convinta del dovere di mantenere viva la memoria della Shoah e della necessità di rivolgersi anzitutto ai giovani per renderli a loro volta testimoni di quanto accaduto. (1) |
| storia archivistica |
Il fondo nasce dall'aggregazione di documenti prodotti direttamente da Goti Bauer in qualità di testimone della Shoah e materiali di varia tipologia raccolti in virtù della loro omogeneità tematica, con riferimento alla ricostruzione storica e al ricordo della persecuzione antiebraica. La documentazione, in buono stato di conservazione, si articola in 16 buste e 22 fascicoli, per un totale complessivo di circa 10.478 carte, 68 fotografie e 8 oggetti. |
| criteri di ordinamento |
In fase di ordinamento, il fondo è stato strutturato in due serie distinte, ordinate cronologicamente sulla base dell'estremo inferiore, che danno conto, da una parte, di una varietà di fonti e documenti aggregati in quanto riferibili al tema della memoria della Shoah, quando non direttamente all'esperienza personale del soggetto produttore (Raccolte); dall'altra, del materiale documentario prodotto direttamente da Goti Bauer nella sua attività di testimone (Agende). La documentazione della prima serie è stata ripartita secondo un criterio tipologico, distinguendo pubblicazioni, cataloghi, dispense, materiale periodico, opuscoli, scritti prodotti in contesto scolastico o universitario, corrispondenza, onorificienze ricevute, VHS e DVD; in seguito, si è proceduto per entrambe le serie alla definizione dei fascicoli, anch'essi ordinati cronologicamente. Trattandosi di un fondo archivistico non suscettibile di incrementi si è deciso di adottare una numerazione chiusa a catena per buste e fascicoli. |
| riferimenti bibliografici |
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| note |
(1) Con riferimento alla testimonianza di Goti Bauer, cfr., oltre alle indicazioni bibliografiche, Archivio CDEC, Vicissitudini dei singoli, Serie I, b. 11, fasc. 332; Processo Berlino, b. 5, fasc. 53; Archivio audiovisivo, Archivio della Memoria, Testimonianze sulla Shoah 1982-2002, Intervista ad Agata Herskovits del 25 febbraio 1987. (2) Il donatore ha richiesto l'anonimato. |