| ambiti e contenuto |
Il fondo raccoglie i documenti della famiglia Selinger e Beilin raccolti prevalentemente nell'ambito della pubblicazione del libro-diario di Menachem Mendel Selinger "Wir sind so weit". La prima e la seconda busta ospitano infatti i dattiloscritti del diario, suddiviso in sei parti. Ogni parte presenta due copie dattiloscritte con appunti manoscritti da Menachem Mendel. Nella prima busta invece sono presenti la prima bozza del diario, che fu concepito e scritto già durante la Seconda guerra mondiale e rivisto in seguito, e due parti della prima versione dattiloscritta del libro, originariamente suddivisa in cinque parti (cfr. b.1, fasc. 7 e 8). Il fondo è inoltre ricco di documentazione privata e della corrispondenza della famiglia Selinger che testimonia delle loro vicende tra Polonia, Germania, Ungheria, Romania e Belgio. La corrispondenza famigliare è prevalentemente mandata durante e dopo la seconda guerra mondiale, tra questa ci sono le lettere mandate dal campo di concentramento presso Budapest tra Menachem Mendel e Taube (cfr. b.1, fasc. 2) e una lettera mandata da Menachem Mendel alla figlia Ruth residente all'epoca nei territori del Mandato palestinese. Una seconda parte del fondo testimonia dei lavori di raccolta dei documenti in vista e a seguito della pubblicazione della edizione italiana del libro-diario scritto da Menachem Mendel Selinger "Wir sind so weit", edito da Il Faggio nel 2013; sono presenti infatti le recensioni al libro e le corrispondenze con famigliari di persone citate nel libro (cfr. b.1, fasc.3) intrattenute da Tanja Beilin, nipote di Menachem Mendel. Il fondo presenta infine la documentazione privata di Werner Beilin, ebreo tedesco che passò gli anni della guerra tra la legione straniera e Cuba, e che sposò una delle figlie di Menachem Mendel, Ruth. Si nota una ricca dote fotografica allegata al fondo che testimonia quasi la totalità della storia della famiglia Selinger-Beilin |
| modalità di acquisizione |
I documenti che costituiscono il fondo attuale provengono da Ruth Selinger Beilin e sono successivamente passati nel 2016, alla sua morte, ai figli. La maggior parte di essi sono stati raccolti nell'ambito della pubblicazione del libro Wir sind so weit, Il Faggio, 2013, e sono stati donati successivamente al CDEC. (cfr. b.1, fasc. 1) |
| storia istituzionale/amministrativa, nota biografica |
Menachem Mendel Selinger nasce a Tarnow in Galizia il 21.11.1897 da Bezalel e Lea Sternschuss (cfr. b. 1, fasc. 1). Vive a Zwiec in Alta Slesia fino a quando si sposta Lipsia insieme alla moglie Taube Engelstein, figlia di Menachem Mendel e Freida Bierfeld, anch'essa nata a Tarnow il 7.1.1900. A Lipsia Menachem lavora e commercia pellicce. Lì nascono le figlie Ruth (nata nel 1923) e Bianca (nata nel 30). All'arrivo al potere di Hitler la famiglia si risposta in Polonia, a Cracovia con l'intenzione di migrare in Sud Africa. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale però la famiglia è ancora in Polonia e viene spostata nel ghetto di Bochnia creato nel 1939 poco tempo dopo l'occupazione nazista (cfr. Encyclopedia for Camps and Ghettos 1939-1945, p.489). Menachem entra a far parte dell'Ordnung Dienst dello Judenrat (1). Alla famiglia viene concesso di vivere al di fuori del ghetto in quanto fosse in possesso di cittadinanza straniera. In quegli anni e in virtù del suo ruolo Menachem Mendel passa anche dal ghetto di Cracovia. Nel luglio del 1943 Menachem, le sue figlie e sua moglie riuscirono a scappare da Bochnia rifugiandosi prima in Slovacchia e poi in Ungheria, a Budapest, che non era ancora stata occupata dalle truppe del Reich. In Polonia Menachem lascia sua sorella Hania con la sua famiglia, poi deporati (da un suo bigliettino gettato dal treno deriva il titolo del libro Wir sind so weit: "siamo alla fine"), e la figlia della sorella di Taube, Mathilde, unica sopravvissuta alle SS. A Budapest Menachem aveva già iniziato a concepire il primo nucleo del testo che poi divenne il suo diario. Qui vivono in un periodo di relativa calma fino al marzo del 1944, quando anche Budapest viene occupata. Menachem viene così preso dalle SS e messo in un campo di concentramento in quanto straniero. La moglie Taube si salva fortunosamente e i due comunicano tramite delle cartoline che Menachem riesce a far avere a Taube (cfr. b. 1, fasc. 2). Viene poi liberato dal campo e si riunisce con la famiglia. Rimangono nascosti a Budapest fino alla fine della guerra nel gennaio del 1945. Da qui si trasferiscono in Romania da dove Taube va a recuperare Mathilde che era rimasta a Varsavia nascosta a pagamento da una donna polacca. Ruth, Bianca e Mathilde si trasferiscono dopo la guerra nella Palestina Mandataria mentre Menachem e Taube vanno in Belgio. Allo scoppio della guerra del '48 nei territori del Mandato, Ruth ritorna in Europa dove conosce Werner, ebreo di Lipsia arruolato nella legione straniera dell'esercito francese e da anni residente a Cuba e poi in Svizzera, con cui Menachem lavorava. Ruth e Werner Beilin convolano a nozze in Belgio il 9.11.1948 (cfr. b. 1, fasc. 1). In quegli anni Menachem sistema il diario e inizia il lungo processo di revisione di pubblicazione del libro. Nel 2013 esce l'edizione in italiano curata da Tanja Beilin, nipote di Menachem e figlia di Ruth, pubblicata per il Faggio con introduzione di Marcello Pezzetti. Menachem morì d'infarto nel 1953 due anni dopo la moglie Taube. |
| storia archivistica |
Il fondo è stato rinvenuto in uno stato di parziale ordine e già organizzato in fascicoli. Il nucleo del fondo è costituito dalle bozze e dai dattiloscritti del diario di Menachem Mendel "Wir sind so weit" (cft. b.2 e b.3). La Fondazione CDEC ha provveduto al riordino delle carte e alla redazione dell'inventario storico dell'intero fondo che si compone di 3 buste, divise in 15 fascicoli in cui compaiono 87 fotografie (cfr. b. 3, fasc. 4). Tutta la documentazione inventariata ai sensi dell'articolo 13, commi a) e b) del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, in originale e in buono stato di conservazione, è stata completamente ricondizionata al fine di garantirne la consultabilità per fini storici. |
| criteri di ordinamento |
Trattandosi di un fondo personale incentrato sull'acquisizione del dattiloscritto dell'opera Wir sind so weit, si è proceduto con un ordinamento per argomento ricostruendo i fascicoli in relazione ai temi trattati e alla cronologia delle carte allo scopo didar luce, attraverso la documentazione qui conservata e riordinata, alle vicende familiari e alla gestazione dell'opera di Selinger. Le serie archivistiche individuate sono: "Documenti, lettere e fotografie" e "Copie dattiloscritte". |
| riferimenti bibliografici |
|
| note |
(1) Ordungsdienst indica il servizio d'ordine, lo Judenrat era il consiglio ebraico imposto dai nazisti come forma di governo all'interno dei ghetti in Europa orientale. (cfr Trunk, Isaiah. Judenrat, the Jewish councils in Eastern Europe under Nazi Occupation, University of Nebraska Press, 1966) |