| tipologia |
ente e istituzione di altre confessioni religiose |
| descrizione |
Nel 1165 viveva a Pisa un piccolo gruppo di ebrei attratto dalle possibilità commerciali della città; la sua libertà viene limitata nel 1300 poiché costretto a vivere nel quartiere "il chiasso degli ebrei". Tra il XVII e il XVIII secolo gli ebrei toscani hanno alterne vicende: se nel ‘700 il nucleo ebraico si mantiene costante con l'inizio del secolo successivo si assiste ad una vera e propria espansione che si assesta sul finire del 1800 a circa 700 ebrei. Lo scoppio della grande guerra prima, la legislazione antiebraica con l'emanazione delle leggi razziali del 1938 poi, segnano l'inizio del declino del popolo ebraico: l'allontanamento degli ebrei dall'amministrazione pubblica, dalle attività professionali e dalle scuole di ogni ordine e grado porta molti di loro ad abbandonare la città. L'8 settembre del 1943, non tutti riescono a sottrarsi alla barbarie nazifascista, tra questi il rabbino Augusto Hasdà, deportato con la moglie nei campi di concentramento e il 1 agosto 1944, il presidente della comunità, Giuseppe Pardo Roques, ucciso con altri sei correligionari, da un gruppo di soldati tedeschi nella sua abitazione. Oggi, la comunità ebraica di Pisa, dopo essersi ripresa dal secondo conflitto mondiale, comprende anche le sezioni di Lucca e Viareggio. |
| fonti |
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