| tipologia |
ente e istituzione di altre confessioni religiose |
| descrizione |
Le prime notizie di ebrei residenti a Padova risalgono all'anno Mille. E' solo verso la metà del '300 che la comunità cresce grazie all'arrivo di numerosi ebrei da Pisa, Roma, Bologna e successivamente dalla Germania e dalla Spagna e si sviluppa per la presenza dell'Università, l'unica in Europa ad accettare studenti ebrei dando loro la possibilità di studiare medicina. In età comunale gli ebrei si stabiliscono tra borgo Savonarola e Ponte Molino, si spostano quindi più in centro presso Porta Altinate e nella zona dietro San Canziano, per poi strasferisi nella zona a ridosso di Piazza delle Erbe che diventerà nel 1603 il ghetto di Padova; il quartiere è delimitato e chiuso da quattro porte sorvegliate per impedire l'uscita notturna degli ebrei. Nel ghetto si concentrano 84 delle 886 botteghe della città in cui si esercita l'arte della "stazzeria", il piccolo commercio di cose usate, quali abiti vecchi e nuovi, drappi di seta, velluti e broccati, oggetti d'oro e d'argento; molti ebrei padovani si dedicano anche all'industria e al commercio al di fuori della città. La comunità ha conosciuto uno sviluppo demografico instabile: nel primo censimento dell'Italia unita del 1881 gli ebrei a Padova sono circa 1378 per poi decrescere con l'introduzione delle leggi razziali e con la seconda guerra mondiale e assestarsi sulle 200 persone dopo la Liberazione, numero rimasto costante fino ad oggi. |
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