livello | fondo |
data/e | 1837 - 2009 |
consistenza | buste 30 |
fascicoli 820 | |
ambiti e contenuto | L'insieme delle carte che costituisce questo fondo, è di notevole rilevanza per lo storico e lo studioso che ricerchi testimonianze e documenti sulla vita e le vicende personali degli ebrei Italiani nel Novecento e in particolare negli anni del fascismo e della Shoah. In particolare le carte, conservate in ogni fascicolo, sono di diversa tipologia e riguardano carteggi, atti, certificati pubblici e anagrafici, riconoscimenti, pagelle, diplomi, comunicazioni di ministeri, comuni ed enti pubblici in generale, documenti d'identità personali, talvolta con false generalità, libretti dei rifugiati, lasciapassare, documenti di riconoscimento delle autorità militari alleate nei campi di concentramento tedeschi dopo la Liberazione. Tra le carte descritte un'importanza particolare spetta alle testimonianze e alle interviste sulla persecuzione antiebraica e sulla fuga dall'Italia per sottrarsi alla deportazione. Tali testimonianze, rilasciate da coloro che vissero in prima persona l'esperienza della deportazione o dai loro familiari, sono state talvolta affidate ad un manoscritto o dattiloscritto, talvolta raccolte da terzi sotto forma di appunti stesi nel corso delle interviste. Sono presenti inoltre racconti di chi ha voluto scrivere e raccontare al CDEC i propri ricordi di bambino o ragazzo durante il fascismo e la guerra; articoli pubblicati su riviste e giornali ed estratti di pubblicazioni in cui è citata o narrata la vicenda della persona di cui non si possiede altra documentazione; in ultimo si segnala la presenza di carte che riguardano gli anni successivi alla Liberazione con i carteggi fra i sopravvissuti ai campi di sterminio, le ricerche compiute da familiari di deportati e fotografie d'epoca, ristampe da negativi o riprodotte su carta. |
storia istituzionale/amministrativa | Nel 1955, in occasione del decimo anniversario della Liberazione, della fine della Repubblica sociale italiana (RSI) e dell'occupazione nazista, la Federazione giovani ebrei d'Italia (FGEI) sotto l'egida dell'Unione delle comunità israelitiche italiane (UCII) costituì a Venezia il CDEC. Secondo il suo primo Statuto del 1957 lo scopo del CDEC doveva essere "la ricerca e l'archiviazione di documenti di ogni tipo riguardanti le persecuzioni antisemite in Italia e il contributo ebraico alla Resistenza", nonchè la loro divulgazione. Sotto la direzione di Roberto Bassi - al quale nel 1954 fu affidato l'incarico di creare un archivio storico - il CDEC proseguirà il lavoro di Massimo Adolfo Vitale sulla ricerca degli ebrei italiani e stranieri deportati dall'Italia. |
storia archivistica | Il fondo, formatosi a partire dagli anni '60 attraverso la progressiva raccolta di documenti relativi a reduci della deportazione e in generale vittime della persecuzione razziale negli anni del fascismo, costituisce una serie particolare dell'archivio della fondazione CDEC non solo per il peculiare interesse del suo contenuto ma anche per la duplice funzione dell'Istituto di soggetto produttore e conservatore. Con il supporto tecnico - scientifico della Soprintendenza archivistica per la Regione Lombardia è stato avviato nel 2005 un intervento che ha condotto al riordino dei fascicoli in due categorie "Gruppi e famiglie" e "Schede individuali". La successiva analisi e verifica dei dati, delle informazioni anagrafiche e dei contenuti delle carte ha però messo in evidenza la criticità della struttura del fondo per la presenza di doppi fascicoli riconducibili ad una stessa famiglia o persona; pertanto le due categorie sono state eliminate, i doppi fascicoli uniti in una sola unità archivistica e organizzati in ordine alfabetico per cognome. Ogni fascicolo è nominativo, intestato cioè ad una persona o a più persone appartenenti alla stessa famiglia e contiene documenti personali donati dai diretti intestatari dei fascicoli, da familiari, conoscenti o ricercatori che per motivi diversi ne sono venuti in possesso. Un aspetto di particolare rilevanza riguarda i criteri di datazione delle singole unità archivistiche che, oltre a ricoprire un ampio arco cronologico per il costante incremento del fondo, prendono in esame il doppio ruolo del CDEC di soggetto conservatore e produttore. Infatti al momento dell'inventariazione ci si è posti un interrogativo: attribuire all'unità gli estremi cronologici dei documenti - intendendo il CDEC solo come soggetto conservatore - o tener conto delle date di versamento dei documenti - intendendo il CDEC come soggetto produttore? Di fronte a questi nodi, si è scelto di salvaguardare entrambe le funzioni del CDEC: i documenti di ciascun fascicolo - testimonianze, memorie e documenti personali ma anche la corrispondenza del CDEC e dei suoi ricercatori - sono stati cioè considerati come un'unica unità archivistica; pertanto gli estremi cronologici di ciascun fascicolo corrispondono a quelli dei documenti in esso contenuti. Laddove a suo tempo registrata, la data di versamento in archivio della documentazione e il nome del donatore sono stati indicati nel campo modalità di acquisizione. |
criteri di ordinamento | Il fondo è organizzato in ordine alfabetico per cognome e ad ogni fascicolo è stato assegnato un numero progressivo a catena al fine di storicizzare la prima serie, chiusa nel 2018. Parallelamente, a seguito del costante incremento dei fascicoli, è stata aperta una seconda serie volta all'acquisizione di nuovi documenti. |
Documenti in Archivio Fotografico | VICISSITUDINI DEI SINGOLI serie I |
Livello inferiore |
Vicissitudini dei singoli - Serie I |