Ovazza, Ettore

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Informazioni biografiche

data di nascita: 21/03/1892

luogo di nascita: Torino

data di morte: 11/10/1943

luogo di morte: Intra

coniuge di: Sacerdote, Nella

figlio/figlia di: Malvano, Celeste - Ovazza, Ernesto

genitore di: Ovazza, Elena - Ovazza, Riccardo

fratello/sorella di: Ovazza, Vittorio - Ovazza, Alfredo

biografiaEttore Ovazza nasce nel 1892 da una importante famiglia della borghesia ebraica torinese. E' stato uno dei principali banchieri piemontesi del primo Novecento. Allo scoppio della Grande Guerra si arruola volontario e al termine della guerra aderisce subito al fascismo. Partecipa alla fondazione del Fascio Torinese e all'organizzazione della Marcia su Roma. Negli anni '20 prende parte attivamente ai lavori di alcuni Ministeri economici. Antisionista convinto, Ettore Ovazza nel 1934 fonda la rivista "La nostra bandiera" attraverso la quale sostiene il fascismo e caldeggia una sempre più forte adesione ebraica al regime fascista. Con le leggi del 1938 è costretto a dimettersi da ogni incarico pubblico. Nel 1943 è catturato dai tedeschi insieme alla moglie Nella Sacerdote e alla figlia Elena mentre tenta di fuggire dall'Italia. L'intera famiglia Ovazza viene sterminata dalle SS all'interno della scuola comunale di Intra, in provincia di Novara l'11 ottobre 1943.
persecuzione

Ettore Ovazza, figlio di Ernesto Ovazza e Celeste Malvano è nato in Italia a Torino il 21 marzo 1892. Coniugato con Nella Sacerdote. Arrestato a Gressoney (Aosta). Non è sopravvissuto alla Shoah.

luogo di arresto: Gressoney

data di arresto: 09/10/1943

luogo di detenzione: INTRA

destino: Morto/a in eccidio

eccidio"La strage del Lago Maggiore si svolse tra il 15 settembre e l'11 ottobre 1943 per mano dei soldati del Primo Battaglione SS del secondo Reggimento della Divisione Corazzata Leinbstandarte Adolf Hitler, proveniente da Verona. In quell'azione uccisero 54 ebrei: 16 a Meina, 14 a Baveno, 9 ad Arona, 4 a Stresa, 3 a Mergozzo, 2 a Orta San Giulio, 2 a Pian Nava, 4 a Intra. La strage, a quanto risulta, ebbe il solo scopo di depredare le vittime dei loro beni. Epicentro dell'eccidio furono le località di Meina e Baveno in provincia di Novara. Il 15 settembre 1943 le SS irruppero all'Hotel Meina dove presero prigionieri un gruppo di ebrei greci, in tutto 15 persone, ovvero le famiglie Mosseri, Modiano, Fernandez Diaz, Torres Pompas; insieme a questi, il barista ebreo dell'hotel, Vitale Cori, e Lotte Frohlich Wertheimer che si era recata in visita al proprietario dell'albergo Alberto Behar cittadino turco. La notte del 22 settembre, dopo sette giorni di prigionia nell'albergo, furono tutti prelevati e condotti a gruppi di quattro a poca distanza dall'albergo, dove furono uccisi ad uno ad uno con un colpo alla nuca. I corpi furono gettati nella notte stessa nelle acque del Lago Maggiore. (Liliana Picciotto, "Libro della Memoria. Gli ebrei deportati dall'Italia 1943-1945" (Milano: Mursia 1991; 2a ed., 2002)).
fonti

Il libro della memoria : gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945 / Liliana Picciotto ; ricerca della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. - Ed. 2002: altri nomi ritrovati. - Milano : Mursia, 2002, pp. 77-80, pp. 66-71.

A. Stille, Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il fascismo, Milano 1991, pp. 13-95

risorse dalla linked data cloud

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