Israel Kalk

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livellofondo
data/e 1939 - 1979
consistenzabuste 8
fascicoli 149
album 14
fotografie 999
scatola 1
ambiti e contenuto

L'archivio di Israel Kalk è costituito nella sua maggioranza dalle carte relative all'organizzazione della Mensa dei Bambini di via Guicciardini (carteggio generale, corrispondenza con le autorità e con gli internati, circolari agli oblatori, modulistica, richieste di assistenza, scritti con impressioni sulla vita che si svolgeva all'interno del Campo che Kalk appuntava su fogli sparsi note a margine, foglietti sull'attività agricola e sportiva, sul commercio, sull'insegnamento privato) e da fotografie che ritraggono i bambini durante la mensa, le feste religiose ebraiche, le gite, o altri momenti di libero svago, a cui spesso sono allegate lettere destinate agli oblatori a testimonianza di ciò che l'ente benefico svolse; sono conservate inoltre fotografie sugli alloggi di emergenza dei profughi ebrei venuti in Italia dai campi di concentramento nazisti, dopo la loro liberazione: presumibilmente l'associazione si occupava dell' assistenza a questi profughi, fino alla loro partenza per la Palestina. Con le sue carte, fotografie, cartoline illustrate, disegni sul tema dell'internamento dei profughi ebrei stranieri in Italia, questo archivio rappresenta un prezioso tassello nel vasto ambito della storia generale della Shoah. La parte relativa a Ferramonti di Tarsia è uno dei rari complessi documentari coerenti che riguardano la vita in un campo di internamento in Europa sotto il regime fascista. Il campo fu il primo di tale genere liberato dalle armate alleate nell'Europa occupata, il 14 settembre 1943. Come in ogni luogo di prigionia ebraico (si ricordi innanzitutto l'organizzazione interna del ghetto di Varsavia), pur nelle difficoltà dovute all'oppressione nazista e fascista, anche a Ferramonti si creò una vita ebraica associata, con scuole, momenti di svago collettivo, Talmud Torà, riunioni di preghiera, biblioteca, laboratori artigiani e altro. Tra i documenti, si citano: le statistiche compilate dagli internati, gli statuti delle istituzioni presenti quali il tribunale del campo, del comitato di assistenza e della sinagoga, le informazioni sulle innumerevoli attività professionali svolte ( più di 100), l'ordinamento scolastico ( di cui abbiamo la cronaca, i verbali del consiglio degli insegnanti, le circolari della direzioni ai genitori e insegnanti, disegni), le manifestazioni culturali, le festività religiose e i premiati dei concorsi letterari. Il complesso documentario è costituito sia da originali, manoscritti o dattiloscritti, che da fotocopie, ciclostilati, riproduzioni fotografiche e copie anastatiche. Salvo qualche raro caso, i documenti originali si trovano in un buono stato di conservazione, mentre le fotocopie, soprattutto quelle eseguite su carta lucida acida, stanno perdendo via via di leggibilità e necessitano perciò di un adeguato intervento di digitalizzazione, già peraltro in essere per tutto il fondo. Spesso la documentazione si presenta in forma doppia e tripla. Esistono ad esempio tre esemplari degli album fotografici relativi alla Mensa dei bambini e di Ferramonti Tarsia, che tra loro presentano minime differenze. Ciò è spiegabile col fatto che Kalk non volendo smembrare la documentazione ai fini della stesura del volume, pensò di usufruire di copie da tenere a portata di mano durante la redazione dei capitoli La documentazione è in 7 lingue diverse: italiano (la maggior parte), tedesco (buona parte), yiddish, ebraico, serbocroato, inglese e francese. La traduzione è stata fatta solo per quelle parti documentarie che Kalk intendeva pubblicare interamente in appendice.L'archivio di Israel Kalk è costituito nella sua maggioranza dalle carte relative all'organizzazione della Mensa dei Bambini di via Guicciardini (carteggio generale, corrispondenza con le autorità e con gli internati, circolari agli oblatori, modulistica, richieste di assistenza, scritti con impressioni sulla vita che si svolgeva all'interno del Campo che Kalk appuntava su fogli sparsi note a margine, foglietti sull'attività agricola e sportiva, sul commercio, sull'insegnamento privato) e da fotografie che ritraggono i bambini durante la mensa, le feste religiose ebraiche, le gite, o altri momenti di libero svago, a cui spesso sono allegate lettere destinate agli oblatori a testimonianza di ciò che l'ente benefico svolse; sono conservate inoltre fotografie sugli alloggi di emergenza dei profughi ebrei venuti in Italia dai campi di concentramento nazisti, dopo la loro liberazione: presumibilmente l'associazione si occupava dell' assistenza a questi profughi, fino alla loro partenza per la Palestina. Con le sue carte, fotografie, cartoline illustrate, disegni sul tema dell'internamento dei profughi ebrei stranieri in Italia, questo archivio rappresenta un prezioso tassello nel vasto ambito della storia generale della Shoah. La parte relativa a Ferramonti di Tarsia è uno dei rari complessi documentari coerenti che riguardano la vita in un campo di internamento in Europa sotto il regime fascista. Il campo fu il primo di tale genere liberato dalle armate alleate nell'Europa occupata, il 14 settembre 1943. Come in ogni luogo di prigionia ebraico (si ricordi innanzitutto l'organizzazione interna del ghetto di Varsavia), pur nelle difficoltà dovute all'oppressione nazista e fascista, anche a Ferramonti si creò una vita ebraica associata, con scuole, momenti di svago collettivo, Talmud Torà, riunioni di preghiera, biblioteca, laboratori artigiani e altro. Tra i documenti, si citano: le statistiche compilate dagli internati, gli statuti delle istituzioni presenti quali il tribunale del campo, del comitato di assistenza e della sinagoga, le informazioni sulle innumerevoli attività professionali svolte ( più di 100), l'ordinamento scolastico ( di cui abbiamo la cronaca, i verbali del consiglio degli insegnanti, le circolari della direzioni ai genitori e insegnanti, disegni), le manifestazioni culturali, le festività religiose e i premiati dei concorsi letterari. Il complesso documentario è costituito sia da originali, manoscritti o dattiloscritti, che da fotocopie, ciclostilati, riproduzioni fotografiche e copie anastatiche. Salvo qualche raro caso, i documenti originali si trovano in un buono stato di conservazione, mentre le fotocopie, soprattutto quelle eseguite su carta lucida acida, stanno perdendo via via di leggibilità e necessitano perciò di un adeguato intervento di digitalizzazione, già peraltro in essere per tutto il fondo. Spesso la documentazione si presenta in forma doppia e tripla. Esistono ad esempio tre esemplari degli album fotografici relativi alla Mensa dei bambini e di Ferramonti Tarsia, che tra loro presentano minime differenze. Ciò è spiegabile col fatto che Kalk non volendo smembrare la documentazione ai fini della stesura del volume, pensò di usufruire di copie da tenere a portata di mano durante la redazione dei capitoli La documentazione è in 7 lingue diverse: italiano (la maggior parte), tedesco (buona parte), yiddish, ebraico, serbocroato, inglese e francese. La traduzione è stata fatta solo per quelle parti documentarie che Kalk intendeva pubblicare interamente in appendice.

modalità di acquisizione

Le carte sono state donate al CDEC nel 1982 da Giorgetta Lubatti, vedova di Israel Kalk: si conserva, tra gli atti a corredo del fondo (busta 1), la lettera originale di Giorgetta Lubatti con uno schema della documentazione consegnata e un articolo tratto dal Bollettino della comunità ebraica di Milano dal titolo "Ricordo dell'ing. Kalk".

accesso ai documentiL'accesso è libero previa autorizzazione del responsabile dell'archivio secondo le regole dell'Istituto e la normativa vigente.
storia archivistica

Il primo nucleo documentario del fondo Israel Kalk si costituì nel 1939, quando il benefattore iniziò a conservare e a raccogliere le carte relative alla "Mensa dei bambini", organizzazione di soccorso da lui fondata nello stesso anno in via Guicciardini a Milano. Kalk raccolse e conservò un'ingente quantità di documentazione sulla sua attività in favore dei profughi ebrei rinchiusi nei campi di internamento dell'Italia meridionale dopo l'entrata in guerra nel giugno del 1940, mostrando particolare interesse per i prigionieri del campo di Ferramonti di Tarsia, presso il quale si recò, grazie a permessi speciali, al fine di proseguire la sua opera assistenziale. Quando, nel 1943, Kalk si rifugiò in Svizzera, portò con sè le carte e le fotografie raccolte (un accenno all'archivio che aveva costituito è nelle sue lettere degli anni settanta, indirizzate al rappresentante della Delasem Settimio Sorani, in cui racconta "che all'epoca il suo archivio comprendeva già 200 fotografie sulla Mensa dei bambini e su Ferramonti Tarsia1"). Tornato nell'ottobre del 1945 a Milano, Israel Kalk ideò il progetto di esporre in un volume il fenomeno dell'internamento dei profughi ebrei da parte dell'autorità fascista tra il 1940 e il 1943. A questo fine iniziò dopo qualche anno la raccolta di nuova documentazione soprattutto presso ex internati con i quali era rimasto in contatto e che collaborarono con slancio al progetto consegnandogli documenti e memorie scritte e orali sulla loro esperienza. Difficile è sapere con certezza quando iniziarono i primi contatti con gli ex internati: la prima data conosciuta è del 1950 e le ultime testimonianze redatte da Ernesto Lazar e da Salvatore Luria, risalgono al 1978; risultano invece dispersi gli atti relativi all'associazione (ASEBINIT) degli ebrei internati in Italia di cui fu eletto presidente. Anche negli anni in cui fu consigliere delegato della Camera di commercio italo-israeliana a Milano, tra il 1953 e il 1972 non cessò la sua raccolta documentaria: nel fondo compaiono infatti fotografie e carte relative a congressi e a manifestazioni internazionali a cui partecipò attivamente, tra cui il raduno a Tel Aviv dei naufraghi del Pentcho, (cfr. b. 3, fascc. 40-41, b. 8, fasc. 137; album 10). Dopo la morte di Kalk (1980), il fondo documentario costituito da documenti, fotografie, cartoline illustrate e disegni è stato donato nel 1982 dalla vedova Giorgetta Lubatti al CDEC, che ancora oggi lo conserva gelosamente nella sua sede.
Tra il 2006 e il 2007 il fondo è stato riordinato e inventariato secondo gli standard ISAAD da Enrica Panzeri e Alessandra Borgese. L'ultima revisione dell'inventario risale al 2015-2016 ed è stata eseguita da Paola Cipolla. 

criteri di ordinamento

Il fondo completo di documenti di diversa natura sulla persecuzione degli ebrei in generale e in particolare sui campi di sterminio nazisti è stato suddiviso dallo stesso Kalk in 12 serie che corrispondono al piano di strutturazione previsto per il libro: grazie a questo sistema razionale era facile trovare il materiale necessario alla stesura dei capitoli. Principio cardine dei lavori di riordino e inventariazione del fondo è stato, pertanto, il mantenimento dell'ordine voluto dall'autore:

1. La Mensa dei bambini di Milano con sezioni nei campi di concentramento;

2. Ferramonti di Tarsia; 

3-4. III-IV Confino libero e altri campi;

5. V Odissea del Pentcho;

6. VI Circolari, allocuzioni e corrispondenza;

7. VII Testimonianze e documentazione;

8. VIII Bozzetti letterari e disegni degli internati a Ferramenti di Tarsia;

9. IX Razzismo, sterminio nazista, resistenza;

10. X Incontri e congressi nel dopoguerra;

11. XI Profughi ebrei in Austria e in Italia nell'immediato dopoguerra.

12. Miscellanea

L'intervento di maggiore consistenza ha riguardato l'attribuzione a ciascuna unità archivistica di un "titolo" qualora il fascicolo ne fosse sprovvisto e la sistemazione cronologica delle carte all'interno dell'unità di conservazione. Ogni serie, contraddistinta da un numero romano, si compone di fascicoli - contenenti carte raggruppate in base a singoli argomenti secondo un criterio logico - e da album fotografici, anch'essi distinti da una segnatura originale formata da un numero romano seguito da una lettera alfabetica maiuscola (es. I, A). Trattandosi di un fondo chiuso si è provveduto all'attribuzione di una numerazione a catena per i fascicoli cartacei e una diversa numerazione ma progressiva per gli album fotografici. Un aspetto particolare riguarda l'arco cronologico delle carte: l'intero fondo pur essendo compreso fra gli anni quaranta e gli anni ottanta, presenta un'importante lacuna rispetto agli anni '50 e '60, dovuto al fatto che la maggior parte della documentazione è stata prodotta negli anni del periodo bellico, ripresa da Kalk solo negli anni settanta. Si segnala inoltre la presenza di un inventario particolareggiato a cura di Klaus Voigt, pubblicato in Storia in Lombardia, quadrimestrale dell'Istituto Lombardo per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, a.IX, n.2/1990 - edizione speciale del Comitato per il progetto Kalk.

Il fondo inventariato e digitalizzato conta circa 1 metro lineare e si compone di 3.638 carte raccolte in 149 fascicoli suddivisi in 8 buste e 999 fotografie distribuite tra i fascicoli cartacei e i 12 album fotografici. Tutta la documentazione inventariata ai sensi dell'articolo 13, commi a) e b) del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, in originale e in buono stato di conservazione, è stata completamente ricondizionata al fine di garantirne la consultabilità a fini storici.

bibliografia Israel Kalk e i figli dei profughi ebrei in Italia , Klaus Voigt , a cura di CDEC , edito in «Storia in Lombardia: quadrimestrale dell'istituto lombardo per la storia del movimento di liberazione in Italia n. 2» , 48 , Milano , 1990 , Franco Angeli

noteA corredo del fondo, nella busta 1, si conservano nove cd inerenti il "Progetto per il recupero del fondo Israel Kalk" e il fascicolo "Carteggio 1939-1942" contenente le carte raccolte per la mostra organizzata dal Comune di Milano "Bombe sulla città. Milano in guerra (1942-44)" in occasione dei 60 anni dai bombardamenti sulla città, e precisamente: schede di richiesta di vestiario invernale per bambini, autorizzazione della Regia Questura di Milano rilasciata a Israel Kalk a recarsi nei luoghi di internamento allo scopo di distribuire giocattoli e oggetti di vestiario; appello al cardinale Ildefonso Schuster per il sostegno agli ebrei profughi dalla Germania; dichiarazione per la somministrazione di pasti, autorizzazione e assegnazione di un quantitativo di farina alla proroga del servizio mensa; invito allo spettacolo pomeridiano del circo Arbell presso il teatro Puccini. Dallo stesso fascicolo sono state estrapolate, per motivi conservativi nell'ottobre 2019, 8 fotografie come da elenco allegato.
Livello inferiore I. La Mensa dei bambini di Milano con sezioni nei campi di concentramento
XI. Profughi ebrei in Austria e in Italia nell'immediato dopoguerra
II. Ferramonti di Tarsia
III-IV. Confino e altri campi
V. Odissea del "Pentcho"
VI. Circolari, allocuzioni e corrispondenza
VII. Testimonianze e documentazione
VIII. Bozzetti letterari e disegni di bambini internati a Ferramonti
IX. Razzismo, sterminio nazista, Resistenza
X. Incontri e congressi nel dopoguerra
XII. Miscellanea

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