Informazioni biografiche |
data di nascita: 20/10/1895 luogo di nascita: Firenze data di morte: 25/05/1985 luogo di morte: Firenze coniuge di: Fintz, Rachele figlio/figlia di: Leone Neppi Modona - Marianna Ada Carpi |
biografia | Aldo Neppi Modona nasce a Firenze il 20 ottobre 1895, unico figlio di Leone e Rachel Fintz. Cresciuto in una famiglia profondamente osservante, prende, sin da quando è possibile, lezioni di ebraico dal rav Raffaello Della Pergola. Da adolescente studia al Liceo classico ‘Michelangiolo’ di Firenze, dove stringe profonda amicizia, fra gli altri, con Enrico Della Volta ed Aldo Rosselli. Negli stessi anni figura come socio studente del Touring Club Italiano. Terminato il liceo nel 1914, si iscrive alla facoltà di Lettere presso l’Istituto di Studi superiori di Firenze. Allo scoppio della Prima Guerra mondiale, il ventenne Aldo si arruola volontario e viene inviato prima alla Scuola allievi ufficiali di Padova, dove consegue la patente automobilistica nel 1916, e poi alla Scuola militare di Modena, dove raggiunge il grado di tenente. Prende in seguito parte al conflitto, figurando anche fra i reduci di Caporetto. Al termine della guerra nel 1919, raggiunto il grado di capitino, s’iscrive alla Federazione provinciale combattenti di Firenze. Riprende quindi gli studi, arrivando nel 1921 a discutere la tesi di perfezionamento consistente nel riordina di una parte del patrimonio posseduto dal Museo etrusco di Cortona, città della quale diverrà in seguito cittadino onorario. Intanto, nel 1924, muore il padre Leone Neppi Modona. Allo stesso tempo Aldo è molto attivo anche all’interno della Comunità ebraica fiorentina, partecipando a convegni ed organizzando giornate di studio, contribuendo appunto, in veste di consigliere, alla sua amministrazione. Nel 1934, inoltre, figura fra i consiglieri dell’Ospizio marino israelitico di Firenze. Più o meno negli stessi anni ottiene i primi incarichi all’università: insegna Archeologia, Epigrafia e poi Paleografia a Pisa fra il 1926 ed il 1929; tra 1926 e 1930 ottiene un corso libero di Antichità classiche a Firenze ed inizia a tenere corsi estivi di Etruscologia presso l’Università per stranieri di Perugia, cosa che farà, con l’intermezzo della persecuzione e della guerra, sino al pensionamento. Contestualmente, si inserisce all’interno delle più prestigiose istituzioni culturali fiorentine; diviene infatti socio corrispondente dal 1927 dell’Accademia toscana di scienze e lettere ‘La Colombaria’ ed in seguito membro ordinario dell’Istituto di Studi etruschi, contribuendo all’organizzazione dei convegni nazionali dedicati all’Etruscologia. Nel 1928 effettua un viaggio di studio a Grecia e nel Vicino Oriente. A Rodi, dove alloggia al Collegio rabbinico, conosce la ventenne Rachel Fintz, con cui si fidanza. Nel prosieguo del viaggio viene colpito dalla ‘dinga’, per poi essere curato ed assistito proprio dalla futura moglie. L’anno successivo (1929) la coppia si sposa a Firenze ed ha due figli, Lionella (1931) e Leo (1932). Nell’anno scolastico 1930-1931 insegna quindi nelle scuole pubbliche, come incaricato annuale di Storia dell’arte presso il Liceo ‘Galileo’ di Firenze; alla fine dello stesso anno (1931) viene nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e socio della Società filologica greca ‘Parnassos’. Nel 1934 partecipa al concorso per una cattedra di Antichità classiche presso l’Università di Firenze, arrivando secondo; il primo classificato si trasferisce a Roma ma la cattedra viene inaspettatamente abolita: solo molti anni dopo Aldo otterrà l’ordinariato, a seguito di un ricorso pluriennale, non prima di aver saputo che fu l’allora rettore ad impedirgli l’accesso per motivi politici e razziali. Essendo comunque fra i primi tre vincitori ha diritto ad una cattedra di latino e greco in un liceo ed opta per La Spezia, città dove risiedono già i parenti Marina e Carpi. Si trasferisce quindi nella cittadina ligure con la famiglia per l’inizio dell’anno scolastico 1934-1935, continuando a raggiungere Pisa per tenere il corso di Paleografia e spostandosi poi a Perugia d’estate. Nel 1936 Aldo si traferisce a Roma con la famiglia, dove vivono già alcuni parenti, dopo essere stato assegnato presso il Liceo classico Umberto I, rinunciando all’incarico universitario a Pisa avendo, allo stesso tempo, ottenuto una mansione pomeridiana all’interno dell’Istituto di Studi Romani. Nella capitale frequenta il Tempio di via Balbo, dove ufficia rav Panzieri, iniziando a portarvi anche i figli. Nel 1937, tramite avanzamento, raggiunge il grado militare di maggiore; recandosi poi con la famiglia, nella stessa estate, in viaggio in Grecia, dove a Rodi incontrano parenti della moglie Rachel. Nel 1938, in concomitanza con l’inizio delle vessazioni a danno degli ebrei, Aldo viene persuaso dall’amico e storico Cecil Roth a trasferirsi in Inghilterra, progetto che naufraga però nel 1939 anche per l’entrata in guerra dell’Italia. Gli anni successivi sono contraddistinti dalla mutata situazione sociale. Aldo e la famiglia fanno ritorno a Firenze fra estate ed autunno 1940 in una villetta nella campagna fiorentina, dove impartisce lezioni di ebraico ai figli. Nello stesso anno viene nominato docente di latino e greco presso la Scuola superiore istituita in seno alla Comunità ebraica. Nel 1941 la famiglia, dietro proposta dello zio Eugenio Ambron, si trasferisce in città al secondo piano del Palazzetto Ambron in via dei Banchi n. 5, nei locali appena lasciati liberi dai cugini Salmon; sul finire dell’anno, con l’entrata in guerra degli USA, si vanifica anche il progetto di Aldo di trasferirsi con la famiglia a Bufalo, dove gli era stata proposta una cattedra da un ex allieva. Nell’estate 1942, durante una villeggiatura in Liguria, la madre Ada Carpi si ammala, iniziando il decorso che la porterà poi alla morte agli inizi del 1944. Intanto, da metà ottobre 1943, inizia per Aldo e la famiglia un periodo molto travagliato: per molti mesi riparano fra la città e dintorni per brevi periodi, sempre con la paura di essere arrestati e deportati. Con l’inizio dei bombardamenti aerei su Firenze, Aldo e la famiglia trovano rifugio in una camera con uso cucina ad Anghiari, adottando, durante i mesi di fuga, un falso nome, certificato da altrettanto falsi documenti. Con l’approssimarsi del fronte i bombardamenti s’intensificano ed Aldo decide di andare momentaneamente incontro alle truppe alleate, trovando riparo nella sede di comando delle truppe alleate, la fattoria dei Sorci, dove la famiglia sosta prima di far rientro a Firenze. Dopo un periodo transitorio, in cui furono ospiti di amici e parenti, il 23 ottobre 1944 tutta la famiglia rientra a Bellosguardo, dove Aldo trova il tempo per impartire lezioni serali di latino, inglese e solfeggio ai figli. Nel 1945, con la sensazione di un lento ritorno alla normalità, Aldo tenta di avere il trasferimento a Firenze e contestualmente si prodiga per valutare il residuo patrimoniale famigliare, vendendo nel il villino di famiglia di via Masaccio, bombardato durante il conflitto. Nel frattempo, inizia a dare lezioni pomeridiane di latino, inglese e solfeggio (utilizzando una stanza dell’appartamento in via dei Banchi) e torna a svolgere le consueta attività culturali, partecipando a sessioni di laurea, ad occuparsi dell’Istituto di Studi etruschi e riprendere i corsi estivi di Etruscologia a Perugia a partire dal 1946. Fra le attività del dopoguerra che lo vedono impegnato c’è anche la vita socio-culturale ebraica: si propugna per una riforma della tradizione ortodossa e fonda, assieme all’amico Angiolo Orvieto, l’associazione “Amicizia ebraico-cristiana”. Nel contempo diviene parnassim del Tempio maggiore di Firenze. Trascorre quindi gli anni seguenti della sua vita diviso fra la famiglia, l’impegno all’interno della Comunità ebraica locale ed il lavoro, ottenendo nel 1961 l’agognato ordinariato accademico: viene infatti nominato professore di Etruscologia presso l’università di Genova, dove si recherà settimanalmente sino al pensionamento nel 1970. Dopo la quiescenza, Aldo riprende anche a guidare, sino a quando la salute glielo consente. Muore infine a Firenze il 25 maggio 1985, a seguito delle complicanze di una caduta |
professione | Archeologo |
fonti |
Lionella Neppi Modona Viterbo e Tullio Sonnino, “La scuola ebraica di Firenze negli anni 1938-1943” in «Firenze ebraica», a. 27 (n. 4), luglio-agosto 2014, pp. 13-15 Lionella Neppi Modona Viterbo, “Cronaca a due voci. Storie e vicende, persecuzioni di una famiglia ebraica (1938-1945)”, Aska, Firenze, 2017 Lionella Neppi Modona Viterbo, “Le leggi razziali e il loro impatto sulla vita delle famiglie” in «Atti e memorie dell’Accademia toscana di scienze e lettera La Colombaria», v. 84, 2019, pp. 83-87 Lionella Neppi Modona Viterbo, “Rifugi precari. Ricordi degli anni 1943-1944”, Montevarchi, Aska, 2021 Fondazione MEIS Ferrara, Archivio Lionella Neppi Modona, Strumenti di corredo, Famiglia Carpi e Famiglia Neppi Modona, Aldo Neppi Modona (prima e seconda parte) Leo Neppi Modona, "Barbari nel secolo XX. Cronaca familiare (settembre 1938-febbraio 1944)", a cura di Caterina Del Vivo e Lionella Neppi Modona Viterbo, Firenze, Aska, 2010. Edoardo Bianchi, “Aldo Neppi Modona” in “Intellettuali in fuga dall'Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali”, a cura di Patrizia Guarnieri, Firenze, Firenze University Press, 2023, ad vocem Fondazione MEIS Ferrara, Archivio Lionella Neppi Modona, Fondo Famiglia Neppi Modona Kate Cohen, “The Neppi Modona diaries. Reading Jewish survival through my Italian family”, Hanover (NH) and London, University Press of New England, 1997 Silvia Baldi, “Un ricordo di Aldo Neppi Modona (1895-1985)” in «Amicizia ebraico-cristiana: bollettino a cura dell'Amicizia ebraico-cristiana di Firenze», 1995, pp. 15-19 |
vedi anche |
https://intellettualinfuga.com/it/Neppi%20Modona/Aldo/293 (accesso 2023 agosto 12) |