Genere | audiointervista |
Cronologia | 1991 giu. 21 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Colombo, Gigliola |
Abstract |
Piera Pelizzola, nacque e visse a Milano in via Giacinto Gallina in una casa al confine con un comando tedesco, insediatosi dopo l'8 settembre; Piera ricorda di non avere avuto problemi grazie alla conoscenza della lingua tedesca. Il padre, che aveva una piccola industria, ospitò chi voleva scappare dalla prigione e chi voleva fuggire in Svizzera; tra questi i signori Lopez, incontrati nell'autunno del 1943 in via delle Forze Armate dove erano alloggiati in una sistemazione di fortuna grazie ad una ex domestica. I Lopez si fermarono in casa Pelizzola per circa due mesi. Gli ospiti non erano solo amicizie dirette ma anche evasi dal carcere di San Vittore, mandati dai Gesuiti; presso i Pelizzola venivano assistiti, nutriti in una stanza nascosta al piano superiore e dopo essere stati provvisti di documenti falsi se ne andavano per altri lidi. In proposito ricorda inoltre il fotografo Mario Perotti e il pittore Usellini, la cui collaborazione fu importante per le carte d'identità false. Nel gennaio 1945 arrivò anche un condannato a morte, Lanfranco Zancan, capo dei partigiani del Veneto, rimasto fino alla fine della guerra. In casa ospitarono anche Giulio Levi e un amico del padre, Milla Umberto. Aveva gente in casa fino agli ultimi giorni, anche dopo la guerra, non c'erano solo ebrei ma anche reduci dai campi di concentramento tedeschi, tra cui il professor Meneghetti dell'Università di Padova deportato a Mauthausen, e tornato in condizioni precarie. Dopo la guerra ebbero ringraziamenti personali per essere riusciti ad ospitare varie persone con i tedeschi porta a porta. |