Genere | audiointervista |
Cronologia | 1992 mag. 27 |
Persone |
Ghitel, Lidelmann |
Credits |
(intervistatore) Picciotto, Liliana Grosser Bernardo |
Abstract | L'intervista è stata registrata presso l'abitazione di Liliana Picciotto. Bernardo Grosser, minore di sei fratelli, nacque in un paese della Polonia vicino a Kolomea, il 2 ottobre 1906 da Davide Grosser e Ghitel Lidelmann. La famiglia si trasferì a Zwickau, in Sassonia, per lavoro. Il padre possedeva una ditta di recupero di metalli e rottami. Bernardo trascorse l'infanzia e l'adolescenza nella città; abbandonò la scuola superiore per il crescente antisemitismo degli insegnanti. Nel 1925 lasciò la casa dei genitori per trasferirsi in un piccolo paese di montagna. Nel 1936 decise di emigrare in Belgio, a Bruxelles, dove viveva una sua sorella. Qui venne ingaggiato come rappresentante di commercio. I genitori furono espulsi dalla Germania nel 1938 e costretti a tornare in Polonia. Durante un viaggio di lavoro in Francia, Bernardo fu denunciato e costretto a lasciare il paese. Si spostò in Italia, a Milano, nel tentativo di farsi concedere dal consolato francese un visto come profugo e ritornare a lavorare in Francia. A causa delle leggi razziali fu però costretto a rimanere. Prese contatti con il Comitato di assistenza per gli ebrei in Italia (COMASEBIT) che lo aiutò a trovare una sistemazione e lo assunse più avanti come corrispondente, date le sue conoscenze linguistiche. Bernardo fece carriera all'interno del COMASEBIT e assistette profughi austriaci, tedeschi, polacchi e romeni sotto la guida di Raffaele Cantoni. Nell'aprile 1939 la questura ordinò la soppressione del comitato, tuttavia consentì l'azione clandestina di quest'ultimo. Nel novembre del 1939 venne fondata la DELASEM (Delegazione per l'Assistenza degli Emigrati Ebrei) da Lelio Valobra. Bernardo, insieme a Raffaele Cantoni ed Enrico Luzzatto, confluì nelle file dell'organizzazione e si trasferì a Genova, sede della stessa. Dal 1940 si occupò di far espatriare profughi ebrei e di aiutare economicamente coloro che restavano in Italia; i fondi necessari alle operazioni venivano forniti dall'American Jewish Joint Distribution Committee presente in Svizzera. In questo periodo Bernardo ebbe frequenti contatti con la questura genovese e con il commissario Giusto Veneziani nel tentativo di fare rilasciare gli ebrei arrestati e di assistere coloro che vennero internati in Italia. Dopo l'8 settembre 1943 l'organizzazione entrò in clandestinità e Bernardi sfuggì all'arresto ed alla deportazione grazie all'avvertimento del commissario Veneziani. Espatriò in Svizzera dove si occupò dell'assistenza dei profughi nei campi di raccolta elvetici. Rientrato in Italia il 25 aprile 1945 riprese a lavorare con Raffaele Cantoni presso la comunità ebraica milanese. In seguito si spostò a Montecatini dove lavorò per l'American Jewish Joint Distribution Committee nell'assistenza degli ex internati rientrati in Italia. |