Leone Sabatello - Intervista a Leone Sabatello

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Genereaudiointervista
Cronologia1992 mar. 02
Persone

Sabatello, Leone

Sabatello, Italia

Sabatello, Emma

Sabatello, Letizia

Sabatello, Graziella

Sabatello, Enrica

Tagliacozzo, Celeste

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

Abstract

L'intervista è stata registrata a Roma.

Leone Sabatello nacque il 18 marzo 1927 a Roma da Alberto Sabatello e Celeste Tagliacozzo. Visse con le 5 sorelle maggiori (Italia, Emma, Letizia, Graziella ed Enrica) e la famiglia del fratello maggiore Rubino nel ghetto ebraico romano. Dopo le leggi razziali del 1938 il padre, commerciante, perse il lavoro. Dopo avere saputo delle deportazioni il fratello si nascose presso una famiglia cattolica di Ciampino credendo che solo gli abili al lavoro venissero catturati. Lasciò la moglie e le due figlie nella casa dei genitori. La mattina del 16 ottobre 1943 l'intera famiglia venne arrestata da soldati tedeschi e portata in camion al Collegio Militare di via della Lungara. Da qui, il 18 ottobre 1943, venne trasportata alla stazione Tiburtina e caricata su un vagone piombato di un convoglio diretto ad Auschwitz-Birkenau. Il treno fece sosta a Padova dove alcune crocerossine italiane riuscirono a dare acqua e cibo ai deportati. Il 23 ottobre 1943, all'arrivo nella stazione di Auschwitz, Leone superò la selezione e venne diviso dal resto della famiglia che non rivide mai più. Con altri 300 prigionieri circa venne condotto all'interno del campo dove venne spogliato, rasato ed immatricolato col n° 158621. Dopo avere ricevuto la divisa da prigioniero venne sistemato per un mese circa in un blocco di quarantena. Successivamente venne trasferito al campo di Jawischowitz dove lavorò nelle miniere di carbone. Dopo circa un anno e mezzo, a causa dell'avanzata dell'esercito russo, fu costretto a marciare per circa 100 km per poi essere caricato su un vagone ferroviario e trasportato in un piccolo campo a Brandeburg an der Havel, nei pressi di Berlino. Qui venne impiegato per spostare le macerie causate dai bombardamenti e soccorrere i civili tedeschi feriti. Dopo circa due mesi venne trasferito nel campo di Buchenwald da cui venne evacuato. Durante una sosta in un casale le sentinelle SS. fuggirono e lasciarono i prigionieri all'esercito russo. Leone venne sistemato in un campo russo a Brandeburg e successivamente in un campo americano a Berlino. Qui venne lavato, curato e nutrito dal personale americano. Fece ritorno a Roma in treno nell'agosto 1945.

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