Genere | audiointervista |
Cronologia | 1990 giu. 21 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Picciotto, Liliana |
Abstract |
Rachele Levi in Martoscia nacque a Rodi (Isole Egee del Dodecaneso) il 15 gennaio 1920, figlia di Sadik e Maria Cappelluto. Aveva due fratelli, Leone e Mosè, ed una sorella, Lea. Sadik Levi era invalido ipovedente, lo aiutava il fratello Raffaele. Rachele era cassiera ai magazzini Alhadeff. Leone fece il soldato, poi nel 1936 andò con il Corpo Truppe Volontarie in Spagna. Dopo si unì all'esercito inglese. Allo scoppio della guerra gli ebrei, che abitavano vicino al porto, sfollarono nei paesi vicini. Sul "Messaggero di Rodi" e sui manifesti comparve l'ordine governativo che tutti gli uomini ebrei dovevano recarsi alla caserma dell'Aviazione per farsi apporre un timbro sulla carta d'identità. Dopo tre giorni, nessuno di loro era tornato. Con il pretesto di un riscatto in oro e argento da consegnare di persona in caserma per liberarli, anche le donne ed i bambini furono presi. Stettero tutti lì digiuni per altri due giorni. Poi furono messi in fila e portati a piedi al porto per le strade deserte: i tedeschi avevano fatto suonare l'allarme antiaereo. Furono messi nelle stive di alcuni barconi; si fermarono a Coo e caricarono altri prigionieri. Furono sbarcati al Pireo e condotti nel carcere di Haidari. Dopo 10 giorni li portarono alla stazione di Atene e da lì in carro bestiame fino ad Auschwitz. La madre affidò Rachele a Lea. Le sorelle furono separate dai genitori e dal fratello, che perirono nella Shoà. Le due sorelle sfuggirono drammaticamente ai crematori e furono trasferite a Wilischthal. Lavorarono in fabbrica. Lea aiutò molto Rachele. Furono evacuate e trasferite, anche con marce forzate, a Theresienstadt, dove vennero liberate. (1) |
Note | (1) All'inizio è dichiarato l'indirizzo dell'intervistata. |