Genere | audiointervista |
Cronologia | 2001 ago. |
Persone | |
Abstract |
La testimonianza è stata rilasciata nell'abitazione di Siena di Giulio Misan pochi mesi prima della sua morte. Nasce a Siena il 26 febbraio 1921, figlio di matrimonio misto - la madre era cattolica - da famiglia livornese. Il padre arrivò a Siena nel 1911 dopo l'epidemia di colera che scoppiò a Livorno. Inizialmente frequentò la scuola privata "Vittoria Colonna", ma l'insegnamento e la disciplina erano troppo duri, lo portarono a frequentare dalla terza elementare la scuola pubblica. Ricorda che nei primi anni 20 il fascismo non era autoritario e totalitario quanto lo sarebbe diventato poi, ma nel 1938 dopo aver conseguito la licenza ginnasiale, le leggi razziali gli proibirono l'iscrizione alla prima liceo classico: alcuni docenti e compagni di scuola, presi dall'euforia del nazionalsocialismo tedesco, rimase isolato ed emarginato. La La sua famiglia aveva due negozi di tessuti, uno gestito dai suoi fratelli, uno dalle sorelle - ricorda che molti antifascisti minacciavano i loro negozi, finchè nel 1943 dovettero chiudere e la merce fu venduta a prezzi stracciati da Ciabattini, federale fascista. Giulio Misan, invece, lavorò come rappresentante della casa editrice Hoepli - lavoro che svolse con il timore di essere accusato di antifascismo. Misan faceva parte del Partito d'Azione, capeggiato da Agostino Viviani. Subito dopo l'8 settembre del 1943 scappò da Siena ed evitò quindi la razzia del 5 novembre. (1) Di quell'episodio rimane oggi una lapide di fronte alla Sinagoga in ricordo dei quattordici deportati mai più tornati. I parenti di Giulio furono arrestati, interrogati e portati alla caserma "La Marmora" ad eccezione dei genitori che vennero ricoverati in un ospedale. Dall'8 settembre 1943 fino al giugno 1944, Giulio fu ospite di famiglie contadine nella zona tra Montalcino, Buonconvento e Torrenieri. Ricorda che la Chiesa, in particolare don Rosarini, parroco di Vignano aiutò la famiglia del fratello trovando loro una sistemazione nella zona di Dievole nel Chianti, mentre l'altro fratello si stabilì a Montalcino. Al termine della guerra, dopo essere stato venditore ambulante, riuscì nel 1946, a riaprire il negozio insieme alle sorelle fino a quando nel 1970 prese in gestione un'armeria per circa sette anni. In seguito, un amico, direttore dell'ente provinciale del turismo, gli procurò un posto come lavoratore stagionale presso il campeggio di Colleverde con l'azienda autonoma del turismo presso la quale lavorò gli ultimi dieci anni prima della pensione. |
Note | (1) L'intervista a Giulio Misan è stata registrata sulla stessa audiocassetta di Aldo Anticoli. |