Genere | videointervista |
Cronologia | 1996 mag. 30 |
Persone | |
Credits |
(intervistatore) Pezzetti Marcello (committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC |
Luoghi | Torino Genova Saluzzo Sampeyre Venasca (CN) Fossoli Auschwitz Birkenau Bergen Belsen Dessau Terezin Praga Vienna Wiener-Neustadt (Austria) Sopron Lubiana Trieste Milano |
Abstract | L'intervista a Natalia Tedeschi è stata realzzata a Torino il 30 maggio 1996 da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto 'Interviste alla storia' (v. scheda relativa). Natalia nasce a Genova il 19 giugno 1922. Il padre Marco Tedeschi e la moglie Bice Sacerodti, entrambi piemontesi, si trasferiscono a Genova per impiantare un'attività commerciale che non avrà successo. Ha tre fratelli più grandi: Carlo, Vittorio, Cesare. Il padre muore nel 1937, i fratelli Carlo e Vittorio trovano un impiego che gli permetterà di mantenere la famiglia. Natalia è costretta a interrompere gli studi nel 1938. Nel 1943, ai primi bombardamenti su Torino, sfollano a Saluzzo. Vittorio entra nella Resistenza, ma , tradito da un compagno, verrà arrestato e successivamente deportato ad Auschwitz da dove non tornerà più. A Saluzzo Natalia, la madre e la nonna riescono ad evitare l'arresto scappando dall'albergo. Qualcuno le aiuta e le porta a Sampeyre nel cuneese. La pensione dove vivono diventa il quartier generale dei partigiani che seguiranno fino al loro arresto il 28 marzo 1944. Intanto il fratello Carlo è riuscito a passare in Svizzera e Cesare vive nascosto a Torino in una soffitta. Natali, la madre e la nonna , dopo un mese al carcere Le Nuove , sono condotte a Fossoli. Il 16 maggio 1944 inizia la deportazione. Nel convoglio in partenza per Auschwitz lei e la mamma verranno separate dalla nonna. All'arrivo a Birkenau scese dal vagone la madre verrà selezionata per la camera a gas. Natalia entra nel campo dove subirà l'immatricolazione.Nei primi giorni un'infezione alla gamba la costringerà a ricoverarsi in infermeria. Ne uscirà con la ferita ancora aperta. Una sua compagna di prigionia, Enrichetta Polacco, la prende con sè a lavorare al trasporto del cibo dalle cucine al Revier. Nell'inverno del 1944, dopo un estenuante appello notturno viene trasferita a Bergen Belsen, e da lì mandata a Dessau a lavorare in una fabbrica. In seguito, caricata su un camion, verrà nuovamente trasferita in un altro campo: Terezin. A Terezin si ammalerà gravemente. Il 6 maggio 1945 finirà la sua prigionia. Nell'agosto del 1945 dopo varie peregrinazioni arriverà in Italia. |
Indice dei contenuti |
1 La storia famigliare 2 Genova-Torino 3 Morte del padre nel 1937 4 Espulsione dalla scuola 5 Sfollamento a Saluzzo 6 Fuga a Sampeyre 7 Destino del fratello Vittorio partigiano 8 Arresto a Casteldelfino 9 Carlo e Cesare Tedeschi 10 Il Carcere Le Nuove a Torino 11 Fossoli 12 Deportazione 13 Arrivo a Birkenau: selezione e immatricolazione 14 Il Revier 15 Enrichetta Polacco e il trasporto del cibo 16 La vita nel campo: le malattie, la fame e la brutalità 17 Incontro con Anna Cassuto 18 Bergen Belsen: lavoro in fabbrica a Dessau 19 Terezin 20 Liberazione e lungo ritorno a casa |