Alberto Mieli - Intervista a Alberto Mieli

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Generevideointervista
Cronologia1995 lug. 11
Persone

Mieli, Alberto

Credits

(intervistatore) Pezzetti Marcello

(committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC

Luoghi Roma Fossoli Monaco di Baviera Auschwitz Birkenau Linz Mauthausen Sosnowiec Opava Gusen Bologna Modena
Abstract

L'intervista ad Alberto Mieli è stata realizzata il 11/07/1995 a Roma da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).
Alberto Mieli nasce a Roma il 22 Dicembre 1925, da Umberto Mieli e Rosa Moresco, in famiglia oltre ad Alberto ci sono sei fratelli e due sorelle.
La madre è casalinga, il padre spedizioniere al Dazio, ma presto deve arrangiarsi con lavori di fortuna perché rifiuta l'iscrizione al partito fascista e perde il posto di lavoro.  Alberto e i fratelli frequentano la scuola ebraica, ma in famiglia non sono religiosi osservanti, le condizioni economiche sono difficili e sono costretti ad arrangiarsi anche con l'aiuto di parenti. Vivono alla Garbatella. Con le leggi razziali del '38 le condizioni lavorative del padre si fanno ancora più critiche e Alberto trascorre lunghi periodi a casa di parenti.  Del 16 Ottobre '43 ricorda che la famiglia scappa e trova rifugio presso il magazzino di un fruttivendolo a Campo dei Fiori: da quella data la vita familiare diventa ancora più difficile per cercare di evitare l'arresto. Alla fine di Febbraio del '44 Alberto è arrestato nel corso di una retata per la cattura di antifascisti e dopo un passaggio in camera di sicurezza è trasferito al VI braccio di Regina Coeli, dove resta per circa un mese. Da qui sotto scorta fascista viene trasferito in pullman al campo di Fossoli: descrive la vita al campo, molto tranquilla rispetto a quella che vivrà poi ad Auschwitz e negli altri campi di concentramento. Ai primi di Aprile del 44' Alberto è deportato in Polonia: descrive il viaggio in treno e l'arrivo ad Auschwitz e ricorda il particolare della scorta italiana al treno alla quale è impedito di scendere dal proprio vagone, una volta arrivati al campo. Sceso dal treno assiste alle prime scene di violenza. Subisce la prima selezione, la rasatura, la disinfezione, la doccia e l'immatricolazione fino alla quarantena. Al termine della quarantena il trasferimento a Sosnowitz [Sosnowiec]: qui lavora alla ristrutturazione del campo, successivamente in una fabbrica di armi vicina al campo, la Presswerk, fino al 17 Gennaio '45. Durante la permanenza assiste a numerose selezioni: i prigionieri selezionati sono portati ad Auschwitz per essere uccisi. Il 17 Gennaio '45 viene trasferito insieme ad altri a piedi in direzione della Cecoslovacchia: alla stazione di Troppau [Opava] sono caricati su vagoni piombati e vi restano per giorni senza cibo nè acqua fino a Linz: qui scesi dal treno raggiungono Mauthausen a piedi. Da Mauthausen è trasferito a Gusen per lavorare alla Messerschmitt: qui durante un bombardamento è ferito dalle schegge di metallo prodotte dalle raffiche di mitra sparate da un SS. Alberto è sottoposto a cure mediche sommarie e il 5 Maggio del '45 è liberato in ospedale dalle truppe americane. Il 29 Giugno Alberto rientra in Italia

Indice dei contenuti

1 Dati anagrafici suoi e della famiglia di origine

2 La vita a Roma

3 La solidarietà dopo il '38 nei quartieri popolari

4 Il 16 Ottobre '43 e la vita in clandestinità

5 L'arresto nel Febbraio del '44

6 Il passaggio a Regina Coeli

7 Il trasferimento a Fossoli e la vita al campo

8 La deportazione

9 Auschwitz: la prima selezione, l'immatricolazione e la quarantena

10 Il trasferimento al campo di Sosnowitz

11 Il lavoro al campo, in fabbrica e le selezioni periodiche

12 Il trasferimento a Mauthausen e la descrizione del viaggio

13 La sosta a Mauthausen e il trasferimento a Gusen

14 Il lavoro in fabbrica e il ferimento

15 L'ospedale del campo

16 Il 5 Maggio 1945 e la liberazione

17 Il rientro in Italia

18 La riunificazione con la famiglia e con i compagni di prigionia

19 La sua famiglia, il lavoro ed episodi di vita

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