Raimondo Di Neris - Intervista a Raimondo Di Neris

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Generevideointervista
Cronologia1995 lug. 13
Persone

Di Neris, Raimondo

Di Neris, Samuele

Calò, Rosa

Di Neris, Settimio

Credits

(intervistatore) Pezzetti Marcello

(committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC

Luoghi Roma Napoli Palermo Trapani Isola di Favignana (TP) Ostia Fossoli Auschwitz Birkenau Mauthausen Gusen Linz Modena
Abstract

L'intervista a Raimondo Di Neris è stata realizzata il 13/07/1995 a Roma da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).

Raimondo di Neris nasce a Roma il 09 Settembre 1920 da Samuele Di Neris e Rosa Calò. La famiglia composta dai genitori e otto figli (Bellina, Eugenio, Raimondo, Emilia, Rina, Gastone e Pellegrino Di Neris) vive nel ghetto di Roma a Teatro Marcello. Il padre è stracciarolo, la madre sta in casa e saltuariamente svolge dei lavori a Piazza Vittorio. Raimondo con i fratelli maschi lavora vendendo lacci e fettucce a Piazza Vittorio, senza licenza, con frequenti interruzioni per sequestri della merce da parte delle guardie. La famiglia vive in serie  difficoltà economiche. Nel 1927  si trasferisce a San Lorenzo nelle case popolari, a causa degli scavi archeologici a Monte Marcello. Nel 1933 la madre Rosa muore per un ictus. Nel 1938 il padre perde la licenza di ambulante e Raimondo ricorda gli episodi di intolleranza verso gli ebrei: un giorno reagisce alle ingiurie con una rissa e per questo è arrestato e portato a Regina Coeli. Qui resta per quasi 4 mesi, poi inizia una tradotta per raggiungere Favignana, passando per Napoli, Palermo e Trapani, dove trascorre 2 anni al confino per lesioni ad un antisemita. Torna a Roma nel '41 dove riprende l'attività abusiva di ambulante e si trasferisce a vivere presso la famiglia della fidanzata. Per un breve periodo è precettato per i lavori sul Tevere, poi torna a fare l'ambulante. Raimondo ricorda la taglia dell'oro e la retata al  ghetto del  16 ottobre '43: riesce a fuggire e per alcuni mesi a vivere in clandestinità, quando il 05 Aprile del '44 viene fermato per strada e portato a Regina Coeli. Dopo sei giorni viene trasferito a Fossoli dove rimane per più di un mese, per essere poi deportato da Carpi in Polonia. Descrive il viaggio e l'arrivo a Birkenau, la prima selezione e l'incontro con Mengele, la separazione dal padre della sua fidanzata, il tatuaggio del numero. L'intervista continua con la descrizione dei lavori forzati, dellla vita al campo e della presa di consapevolezza dell'esistenza dei forni crematori e delle camere a gas. L'avvicinarsi dell'esercito sovietico obbliga i prigionieri al trasferimento e Raimondo è portato a Mauthausen-Gusen. A Mauthausen resta per 50 giorni lavorando alla cava e al trasporto del carbone, poi si sposta a Gusen e Gusen II dove si spaccia per meccanico e ottiene un lavoro in fabbrica. Qui rimane fino alla liberazione il 05 Maggio del '45. Raimondo è ricoverato prima a Linz, poi di nuovo a Mauthausen: racconta di alcuni episodi di rappresaglia da parte di ex prigionieri sovietici verso i loro carcerieri, interrotti dall'arrivo dei soldati americani. Terminata la convalescenza torna a Roma dove ritrova le sorelle e la fidanzata.

Indice dei contenuti

1 Dati anagrafici suoi e della famiglia di origine

2 La vita a Roma

3 1938: impatto delle leggi razziali e confino a Favignana

4 Ritorno a Roma, la taglia dell'oro e la reatata del 16 Ottobre'43

5 Vita a Roma fino all'arresto del 5 Aprile' 44

6 Il trasferimento a Fossoli

7 La deportazione a Birkenau

8 Vita e lavoro a Birkenau

9 Il padre e il fratello Settimio ad Auschwitz

10 Trasferimento a Mauthausen-Gusen

11 Liberazione sovietica del 5 Maggio '45

12 Le prime cure a Linz e a Mauthausen

13 Ritorno a Roma, le cure e l'incontro con i parenti

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