Di Porto Giuseppe - Intervista a Giuseppe Di Porto

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Generevideointervista
Cronologia1995 giu. 28
Persone

Di Porto, Giuseppe

Di Porto, Sabatino

Sed Piazza, Letizia

Di Porto, Amedeo

Di Porto, Marisa

Credits

(intervistatore) Picciotto, Liliana

(committente) Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC

Luoghi Roma Ostia Genova Milano Auschwitz Monowitz Auschwitz Birkenau Gleiwitz Cestocova
Abstract

L'intervista a Giuseppe Di Porto è stata realizzata il 28/06/1995 a Roma da Liliana Picciotto , nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).

Giuseppe Di Porto nasce a Roma il 3 Giugno 1923 da Sabatino Di Porto e Letizia Sed Piazza. La famiglia composta da madre padre e otto figli, vive a Roma da generazioni e abita in via della Reginella. Il padre fa l'ambulante, ma nel 1938, a causa delle leggi razziali, perde la licenza e si adatta a fare diversi mestieri, Giuseppe e un fratello si mettono a lavorare per dare un sostegno ai propri familiari. Ricorda i primi episodi di discriminazione. Nel 1941 Giuseppe è precettato per il lavoro lungo gli argini del Tevere. Prima delll'8 Settembre 1943 tenta di raggiungere Napoli, ma non riesce a passare le linee. Nell'Ottobre del '43 si trasferisce insieme al cugino Amedeo Di Porto presso amici a Genova in cerca di lavoro. Viene a sapere dei fatti di Roma del 16 Ottobre e prende contatto con la famiglia, che in quella circostanza è riuscita a scappare. In seguito alla retata alla Sinagoga di Genova del 3 Novembre 1943, Giuseppe e Amedeo sono arrestati in casa mentre si preparano a fuggire. In dicembre sono trasferiti a Milano nel carcere di S. Vittore. Cinque gfiorni dopo sono deportati ad Auschwitz direttamente dalla Stazione Centrale. All'arrivo affrontano la prima selezione e l'iimatricolazione e sono avviati al lavoro a Monowitz. Racconta i tanti mesi di lavoro trascorsi nel campo e gli incontri con gli altri prigionieri italiani. Supera altre sellezioni periodiche. Il 18 Gennaio '45 il campo viene evacuato e i prigionieri in marcia si dirigono verso la Germania. Dopo tre giorni di cammino si fermano in una radura e Giuseppe capisce che stanno per essere uccisi. Scappa con il cugino Amedeo, che viene colpito, mentre lui riesce a fuggire. Durante la fuga incontra un prigioniero jugoslavo con il quale raggiunge Glewitz e da lì a piedi Chestochova.
Al centro di smistamento di Chestochova incontra altri ebrei italiani reduci dai campi e sono avviati ai lavori di scavo di trincee per l'esercito sovietico, fino ai primi di Ottobre del '45.
Tornato a Roma, viene a sapere che il padre è stato preso nel Marzo del '44, deportato e ucciso ad Auschwitz. Sposa Marisa Di Porto, anche lei sopravvissuta ai campi di sterminio, figlia di Giacomo e Adelaide Di Porto: Giacomo muore alle Fosse Ardeatine, mentre Adelaide con tre dei suoi figli  viene deportata ad Auschwitz

Indice dei contenuti

1 Dati anagrafici suoi e della famiglia di origine

2 La vita a Roma

3 1938: l'impatto delle leggi razziali

4 Il lavoro precettato lungo il Tevere

5 La taglia dell'oro

6 1943: trasferimento a Genova in cerca di lavoro

7 Arresto: Carcere di Marassi e San Vittore a Milano

8 La deportazione

9 Monowitz: vita nel campo e lavoro

10 Evacuazione di Auschwitz: la fuga

11 L'incontro con i sovietici e avvio al lavoro

12 Ritorno in Italia a Roma

13 Matrimonio e i figli

14 Incredulità sulla sua sopravvivenza

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